Meglio una soluzione di sistema, investendo altri fondi, che regalare la propria partecipazione ad Apollo. È questa la linea di fondo sulla quale le banche saranno chiamate a ragionare, secondo indiscrezioni de la Stampa, riguardo alla soluzione del caso Carige.
Oggi si riunisce il consiglio del Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi (Fitd), che inizierà l’esame di un nuovo progetto di salvataggio della banca genovese che prevedrebbe un aumento di capitale da 630 milioni, di cui 312 sarebbero garantiti dalla conversione in azioni del bond sottoscritto lo scorso novembre dallo Schema Volontario del Fitd (che diventerebbe azionista con il 49%), ai quali si aggiungerebbero 150 milioni versati da un consorzio di banche che si troverà a possedere una quota compresa tra il 10% e il 12% di Carige. I restanti 170 milioni dovrebbero essere corrisposti dall’attuale compagine azionaria, inclusa la Malacalza Investimenti, primo azionista con il 27,6 per cento.
Gli attuali soci storici, da Malacalza a Gabriele Volpi, Raffaele Mincione e Aldo Spinelli, non sarebbero ancora stati informati del progetto, poiché deve essere prima essere messo a punto e condiviso da parte delle banche.
Nel frattempo, il fondo Apollo è al lavoro per migliorare la propria proposta che, tuttavia, non sarebbe stata molto apprezzata né dalle banche né dal principale socio Vittorio Malacalza.