Le contestazioni mosse dalle autorità per i periodi d’imposta 2014, 2015 e 2016 riferiscono a un imponibile complessivo di 1,45 milioni e, per il 2016, all’erronea applicazione del meccanismo reverse charge in materia di IVA per un imponibile di circa 150 mila euro.
Lo rende noto la società, in riferimento alle indagini in corso da parte della Procura di Parma sulle ipotesi di reato contestate al presidente e all’amministratore delegato.
In merito, CFT fornirà la piena collaborazione e, preso atto dei rilievi, si riserva di produrre eventuali memorie con osservazioni e richieste a seguito della notifica del Processo Verbale di Contestazione.
Gli importi, ha specificato la società, non rappresentano l’ammontare dovuto ma la base imponibile e pertanto le relative sanzioni, anche nel peggiore dei casi, saranno inferiori a tale cifra.
“In relazione al PVC ricevuto dalla società ribadiamo che gli importi oggetto di contestazione non sono a nostro avviso tali da minare i solidi fondamentali industriali del gruppo, in ragione dei quali confermiamo le linee guida e i target previsti dal business plan” hanno commentato l’Ad Alessandro Merusi e il Presidente Roberto Catelli.