Secondo il Centro Studi Una a fine 2019 la pubblicità segnerà una crescita contenuta dello 0,6 per cento. Una dinamica che risentirà delle incertezze politiche, economiche e macroeconomiche.
Nell’anno in corso il mercato dovrebbe superare i 7,6 miliardi con il maggior contributo atteso dalla TV con 3,7 miliardi (-1,7% rispetto al 2018) e una quota di mercato del 48,9 per cento.
Rilevante sarà anche l’apporto del Digital Advertising per 2,2 miliardi (+7,8%) e una market share del 29,3 per cento. Nel dettaglio, il Display Advertising garantirà 774,6 milioni (+1,9% e 10,2% di quota di mercato), 749,8 milioni (+15,9%) giungeranno dal Video Advertising, che ricoprirà una quota di mercato del 9,8%, mentre il Search Advertising contribuirà con 714,3 milioni (+6,6% e 9,4% di quota di mercato).
Positiva sarà anche la cooperazione della radio con 513,9 milioni (+1,9% e una quota di mercato del 6,7%), mentre quella della stampa, che rappresenta il 9,6% del mercato, scenderà dell’8,4% a 731,1 milioni.
Le prospettive sono sicuramente migliori per il 2020, quando la pubblicità dovrebbe segnare un +2,1%, grazie agli eventi sportivi in programma, quali le Olimpiadi e i campionati Europei di calcio, oltre all’introduzione del nuovo standard di trasmissione DVBT2 (Digital Video Broadcasting–Terrestrial 2), che nel 2022 sostituirà del tutto il DVB-T attualmente in uso.
In particolare, nel 2020 il mercato dovrebbe toccare circa 7,8 miliardi e il maggior apporto deriverà ancora una volta dalla TV, in aumento dello 0,8% a 3,8 miliardi con una quota di mercato del 48,3 per cento. In progresso è atteso anche il Digital Advertising (+7,1% a 2,4 miliardi con market share del 30,8 per cento), oltre alla radio (+2,3% a 525,6 milioni con una quota di mercato pari al 6,7%).
Ben intonati anche la pubblicità esterna (+1,7% a 396 milioni con market share del 5,1%) e il cinema (+1,3% a 28,1 milioni e una quota di mercato dello 0,4%).
Infine, la stampa scenderà del 6,5% a 683,5 milioni (market share 8,8%), con i quotidiani in calo del 6,2% a 414,7 milioni e i magazine del -7% a 268,7 milioni.