Banche (+3,4%) – Sugli scudi Ubi (+5,6%) e UniCredit (+5%), strappa Mps (+17,5%)

Il Ftse Italia Banche chiude con uno scatto del 3,4% e facendo nettamente meglio dell’omologo europeo (+1,5%), sostenendo anche il Ftse Mib (+1%).

Sullo sfondo restano le preoccupazioni per la frenata della crescita mondiale, innescate dalle incertezze sulla possibilità che Stati Uniti e Cina possano giungere ad un’intesa commerciale, anche se sembrano momentaneamente ridursi dopo l’incontro tra i due rispettivi leader al G20 di sabato scorso che ha ratificato il riavvio ufficiale delle trattative.

Sul fronte domestico, la Commissione Europea ha deciso di non raccomandare la procedura d’infrazione contro l’Italia dopo che il Governo italiano ha presentato le misure necessarie per ridurre il rapporto deficit/Pil al 2,04% per l’anno in corso.

“La sfida non è finita. Dobbiamo concentrare gli sforzi per proseguire su questa strada virtuosa e aumentare il nostro potenziale di crescita grazie a una spinta a investimenti, produttività e competitività”, ha dichiarato alla stampa il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.

“La nostra economia è solida, lo spread cala, i conti sono in ordine, ci sono tutti i presupposti per proseguire con fiducia nel tutelare e realizzare gli interessi degli italiani”, ha detto, sempre alla stampa, il premier, Giuseppe Conte.

In questo contesto, grazie allo spread Btp-Btp ristrettosi in area 200 pb (poi risalito in area 210 pb, fonte Mts Markets), il comparto bancario ha portato a casa un’altra ottima seduta.

Di nuovo sugli scudi tutti i titoli del Ftse Mib, a partire da Ubi (+5,6%), che secondo rumor sta valutando un paio di opzioni nel business assicurativo e ha collocato un bond da 300 milioni, e UniCredit (+5%), il cui Ceo Jean Pierre Mustier in un’intervista ha ribadito che la crescita proseguirà su base organica e con la banca che prosegue nel de-risking.

Sul Mid Cap sugli scudi Credem (+6%), Popolare Sondrio (+2,8%), che ha ricevuto l’ok dell’Antitrust all’acquisto di Farbanca e Creval (+5,6%), che nei giorni scorsi ha alzato il velo sul piano industriale al 2023.

Exploit di Mps (+17,5%), che resta concentrata sul de-risking, la cui gestione è stata resa più flessibile con il recesso dal contratto di special serving in essere con Cerved. Inoltre, l’istituto ha cartolarizzato 2,3 miliardi di crediti in bonis collocato un’obbligazione da 500 milioni.

Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se sospesa dalle contrattazioni, su cui proseguono i rumor sul possibile destino, tra l’offerta di Apollo e la proposta di intervento a cui sta lavorando il Fitd.

Ritraccia Banca Finnat (-1,3%), che ha acquisito una forte leadership nell’assistenza agli emittenti quotati all’Aim.