“Deutsche Bank attuerà un programma di riduzione dei costi volto a ridurli a 17 miliardi nel 2022, con un tasso di cost/income del 70%”.
È quanto si apprende da una nota emessa dalla banca dopo il board tenutosi ieri, il quale ha dato il via libera al piano di ristrutturazione che comporterà una riduzione del personale per 18 mila posti.
Gli oneri cumulati stimati nell’ambito del piano sono stimati in 7,4 miliardi cumulati nei tre anni e mezzo di attuazione, a partire già dal secondo trimestre 2019, che dovrebbe chiudersi con un rosso di 2,8 miliardi secondo la guidance fornita dal gruppo teutonico.
Le attività che verranno dismesse, circa 74 miliardi di asset giudicati rischio, saranno gestite attraverso una nuova unità che le liquiderà con un alto grado di efficienza. Inoltre, in questa speciale non core unit saranno trasferiti 288 miliardi di esposizioni a leva.
Inoltre, la banca tedesca ha fatto sapere che “uscirà dalla divisione Equities Sales & Trading, mantenendo al contempo un’operatività focalizzata sui mercati azionari. Inoltre, la banca prevede di ridimensionare le sue operazioni a reddito fisso e accelererà la liquidazione del portafoglio non strategico esistente”.
In totale, “Deutsche Bank ridurrà le attività ponderate per il rischio attualmente assegnate a queste imprese di circa il 40%”, precisa la nota.
“Queste azioni – sottolinea il comunicato – sono state progettate per consentire a Deutsche di concentrarsi e investire nelle sue attività core e leader di mercato di Corporate Banking, Finanziamento, Foreign Exchange, Origination & Advisory, Private Banking e Asset Management”.
L’istituto tedesco non prevede di effettuare un aumento di capitale; scelta che “riflette l’attuale forte posizione patrimoniale della banca e la fiducia della direzione nella natura di alta qualità e basso rischio delle attività” su cui si sta concentrando. L’impatto della ristrutturazione porterà il Cet1 dall’attuale 13,7% al 12,5 per cento.