Un salvataggio sì, ma solo alle condizioni applicate all’operazione di Intesa Sanpaolo con le banche venete. Ossia a costo zero. Sarebbero queste, secondo indiscrezioni di stampa, gli obiettivi dei contatti avviati da UniCredit e da Bper con il Tesoro.
Le due banche, secondo quanto riferito da Repubblica, sarebbero pronte ad acquistare Carige, senza esborso finanziario, nell’ambito di una procedura di liquidazione. Procedura che, tuttavia, Banca d’Italia vuole evitare.
I due istituti assegnerebbero alla Sga, la società del Tesoro che si occupa di gestione dei crediti deteriorati, il ruolo di finanziatore facendo confluire fino a un miliardo di nuovo capitale nell’istituto per rilevare le sofferenze della banca.
Ma anche altri fronti si muovono. Nel corso di questa settimana dovrebbe riunirsi il cda dello Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi per stabilire la data dell’assemblea chiamata ad approvare la conversione del bond da 312 milioni. Somma a cui si potrebbero altri 200 milioni, provenienti dal Fondo Obbligatorio.
La restante quota delle risorse necessarie potrebbe venire dai soci attuali, anche se non è ancora scontata quale posizione prenderà la famiglia Malacalza. Secondo il Sole 24Ore, potrebbe partecipare con un investimento di circa 100 milioni anche Cassa Centrale Banca, l’istituto centrale del mondo del credito cooperativo.