“Il piano industriale prevede 100 milioni di utili nel 2021. La banca oggi ne capitalizza 400. Se realizziamo il business plan il Creval sarà una banca con uno yield molto alto”.
Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Creval, che ha preso in mano le redini del gruppo lo scorso mese di febbraio, ribadisce in un’intervista i punti fondamentali del piano. E spiega perché, nonostante gli ambiziosi target, il titolo sia praticamente rimasto al palo, avendo guadagnato solo il 5,2% rispetto a al 18 giugno quando è stato presentato il piano.
“Il mercato ha apprezzato le linee strategiche del piano, ma è normale che voglia verificare l’execution. Inoltre”, spiega Lovaglio nell’intervista al Corriere della Sera, “il titolo risente della poca liquidità”.
Il piano presentato dal manager agli investitori poggia sulla crescita, “l’unica ricetta per sopravvivere”.
Le strade sono un incremento della base dei clienti, focalizzandosi sulle famiglie, con credito al consumo e mutui, sul risparmio gestito e sul segmento small business, con instant lending, cessione delle fatture e finanziamento all’export.
Altro punto importante della strategia è aver costituito una squadra di 50 persone che sarà focalizzata sulla riduzione degli Npl, che rimane una priorità ma non deve assorbire tutta l’attività della banca. Per quanto riguarda il de-risking, dovranno essere smaltiti 2 miliardi di crediti deteriorati. Circa 800 milioni di sofferenze verranno cedute entro il 2020, mentre per quanto riguarda gli Utp verranno gestiti internamente.
Infine, il rilancio avverrà senza tagli del personale, che, al contrario, saranno valorizzati per potere diventare parte attiva del rilancio.