Il gruppo emiliano negli ultimi anni ha registrato un forte trend di crescita, accompagnando l’incremento dei volumi a un miglioramento della marginalità e della solidità finanziaria. Dopo l’esordio a Piazza Affari lo scorso marzo, con una capitalizzazione che colloca la società tra le prime cinque del segmento Aim, l’azienda si prepara a crescere ancora sia per linee interne che esterne, confermando la forte vocazione internazionale con circa il 90% del fatturato realizzato all’estero.
Comer Industries è un player globale attivo da oltre 40 anni nella progettazione e produzione di sistemi avanzati di ingegneria e soluzioni di meccatronica per la trasmissione di potenza nei settori agricolo e industriale.
Dopo il trend di crescita degli ultimi anni, nel 2019 la società ha compiuto un altro importante passo con la quotazione all’Aim di Borsa Italiana e una capitalizzazione superiore ai 200 milioni.
L’operazione si è conclusa lo scorso 13 marzo con il debutto a Piazza Affari e il contestuale incremento del patrimonio netto, formalizzando la business combination con Gear 1 che ha rilevato il 15% di Comer Industries per 30 milioni.
Il 2018 ha visto i ricavi crescere dell’11% a 379 milioni, confermando la forte vocazione internazionale del gruppo con circa l’87% del fatturato complessivo realizzato all’estero, dove Comer Industries è presente con tre impianti produttivi e numerose subsidiaries commerciali.
Significativo sviluppo anche sul fronte della marginalità, con l’Ebitda in crescita del 29% a 38 milioni portando l’incidenza sui ricavi al 10,1% (+140 punti base) beneficiando della maggiore leva operativa.
A ciò si aggiungono gli sforzi volti alla razionalizzazione e ottimizzazione dei processi, con una semplificazione della struttura che ha beneficiato di una maggiore digitalizzazione degli impianti produttivi.
I continui investimenti in ottica 4.0 e nell’aumento della capacità produttiva, dovrebbero contribuire a un ulteriore miglioramento della redditività grazie alle maggiori economie di scala, con il lancio di nuovi prodotti per ampliare la gamma.
Secondo lo studio di Midcap Partners, i ricavi a fine 2021 sono attesi a 441 milioni, con un cagr 2018-2021 del 5%, mentre l’Ebitda dovrebbe aumentare a un tasso medio annuo del 13% raggiungendo a fine periodo 55 milioni e una marginalità del 12,5%, al netto degli effetti derivanti dall’applicazione dal 2019 del nuovo principio contabile internazionale IFRS16 in materia di contratti di lease.
Risultati che saranno raggiunti in primis attraverso la crescita organica e a tendere con la possibilità di acquisizioni, il secondo pilastro della strategia della società che riguarderà la possibilità di entrare in nuovi mercati e l’acquisizione di nuove tecnologie e prodotti.
Il tutto agevolato dalle risorse introitate con la quotazione in Borsa dalla capacità di generare cassa, con un rapporto Netdebt/Ebitda sceso a 0,96x da 1,37x nel 2017 e 2,55x nel 2016.
Conto economico
Comer Industries ha chiuso il 2018 con ricavi in crescita del 10,8% a 379 milioni (+12,6% a parità di cambi), grazie soprattutto alle buone performance in Europa e in Asia. Oltrefrontiera il fatturato ha raggiunto l’87% del totale.
Dal lato della gestione operativa, in deciso miglioramento la marginalità grazie a maggiori economie di scala conseguire. In particolare, il gruppo ha continuato a focalizzare i propri sforzi su progetti di razionalizzazione e ottimizzazione dell’impiego delle risorse con l’obiettivo di recuperare redditività e stabilizzare l’equilibrio finanziario conseguito nel 2017, senza rinunciare a investire nella crescita produttiva.
Nel dettaglio, l’Ebitda è aumentato del 28,9% a 38,4 milioni, con un’incidenza sul fatturato al 10,1% (+140 punti base), mentre l’Ebit ha è salito del 45,6% a 24,9 milioni, con un ros al 6,6% (+160 punti base).
L’esercizio si è chiuso con un incremento dell’utile netto del 38,3% a 15,7 milioni, nonostante i maggior oneri finanziari netti passati da 0,4 a 2,1 milioni.
Breakdown ricavi
Il 2018 ha confermato la forte vocazione industriale del gruppo, con la quota export aumentata leggermente dall’86,7% all’87 per cento.
In particolare, l’area Emea ha registrato un incremento del 9,1% a 228,1 milioni, mentre l’Asia è crescita del 62,2% a 44,3 milioni grazie in particolare alla buona performance in India. Sostanzialmente stabile il Nord America a 91,6 milioni, mentre il Sud America è cresciuto dell’8,1% a 15 milioni.
Per quanto riguarda le divisioni, lo sviluppo il settore industriale (+17,1% a 147,7 milioni) è legato principalmente alla crescita dei volumi sulla linea powertrain grazie agli investimenti effettuati negli ultimi anni per aumentare la capacità produttiva.
Prosegue la ripresa del mercato agricolo che dopo il +17,1% registrato nel 2017 ha mostrato un’ulteriore crescita del 7,2% a 231,4 milioni, con un peso di oltre il 60% sul fatturato complessivo del gruppo.
Stato patrimoniale
Dal lato patrimoniale, il patrimonio netto al 31 dicembre 2018 si è attestato a 88,9 milioni, in aumento rispetto ai 76,3 milioni di fine 2017 grazie agli utili conseguiti.
L’indebitamento finanziario netto è diminuito di circa 4 milioni rispetto a un anno primo a 36,7 milioni, con la generazione di cassa che ha compensato l’aumento del capitale circolante e i maggiori Capex.
Outlook 2019-2021
Comer Industries non ha fornito alcuna guidance numerica per i prossimi anni soffermandosi invece su componenti qualitative e confermando comunque la fiducia sul proseguimento del trend di crescita degli ultimi anni.
Secondo lo studio di Midcap Partners, i ricavi quest’anno dovrebbero superare 400 milioni nonostante il quadro di incertezza macroeconomico e le previsioni di contenuta crescita del mercato.
Nel prossimo triennio, il fatturato è stimato in aumento a un cagr 2018-2021 del 5% attestandosi a 441,2 milioni nel 2021, grazie all’aumento della capacità produttiva e allo sviluppo di nuovi prodotti, senza includere il contributo di eventuali acquisizioni.
A livello di redditività, è opportuno specificare che la comparabilità tra i dati 2018 e le stime 2019-2021 è inficiata dall’applicazione del nuovo principio contabile internazionale IFRS16, prevista a partire dal 2019.
Al netto di questo impatto, l’Ebitda dovrebbe crescere a un tasso medio annuo del 13% con una marginalità nel 2021 pari al 12,5% rispetto al 10,1% del 2018, grazie alle economie di scala, e alla maggiore efficienza produttiva.
Nota: La comparabilità dei dati 2018 con le stime 2019-2021 è limitata dal fatto che a partire dal 2019 le stime includono l’effetto dell’applicazione del nuovo principio contabile IFRS16.
Ratio
L’analisi dei principali indicatori di bilancio evidenzia una buona solidità finanziaria, con la capacità di generare cassa e la contestuale riduzione del debito che ha portato il rapporto Netdebt/Ebitda da 1,37x nel 2017 a 0,96x nel 2018.
In diminuzione anche la il gearing passato da 0,53 a 0,41, mentre la crescita dell’utile ha portato la redditività degli azionisti al 17,7% rispetto al 14,9% del 2017 e al 9,4% del 2016.
L’analisi dei principali indicatori di borsa, invece, evidenzia che Comer Industries tratta 13,91x il P/E 2019 e a 11,23x quello 2020, mentre l’EV/EBITDA è a 6,31x per il 2019 e a 5,58x sul 2020.
Punti di forza
Diversificazione geografica. Il gruppo realizza poco meno del 90% del fatturato totale all’estero, dove è attiva con tre insediamenti produttivi e numerose subsidiaries commerciali.
Solidità patrimoniale. La capacità di generare cassa garantisce risorse necessarie al finanziamento dell’attività e una buona solidità finanziaria, con un rapporto Netdebt/Ebitda sceso sotto 1x.
Focus sulla R&D. La forte attenzione sull’ attività di ricerca e sviluppo ha consentito di ottenere un vantaggio competitivo e un ampliamento della gamma prodotti.
Semplificazione dei processi ed economie di scala. La crescita dei volumi ha consentito di beneficiare delle economie di scala con impatti positivi sulla marginalità. A ciò si aggiunge il proseguimento della razionalizzazione e ottimizzazione dell’impiego delle risorse con l’obiettivo di migliorare la redditività, mentre la digitalizzazione ha permesso di conseguire una importante semplificazione riducendo i livelli organizzativi.
Punti di debolezza
Grandi dimensioni dei clienti.
Forte concorrenza.
Tempistiche per lo sviluppo di nuovi prodotti. Il lancio di nuovi prodotti richiede circa tre anni di lavoro.
Opportunità
M&A. La strategia di crescita di Comer Industries passa anche attraverso lo sviluppo esogeno, agevolato dalle risorse raccolte con la quotazione in Borsa e la firma del nuovo contratto di finanziamento che può fornire ulteriori risorse per 80 milioni, con società target per accelerare l’espansione sia in nuovi mercati che in nuovi business.
Eventuale passaggio all’MTA. Il debutto all’Aim potrebbe rappresentare solo un passaggio transitorio verso il successivo approdo all’MTA, data la dimensione della società che si colloca tra le prime cinque per capitalizzazione nel segmento.
L’evoluzione verso l’elettrificazione e la guida autonoma. Due macro driver che influenzano il business della società e che presentano grandi potenzialità alla luce della crescente importanza che sta assumendo il tema della sostenibilità
Minacce
Guerra dei dazi.
Rallentamento della crescita del mercato cinese.
Effetto cambi. Il gruppo opera a livello internazionale, pertanto è esposto al rischio di cambio originato dall’esposizione principalmente al dollaro americano, dollaro canadese, sterlina inglese e yuan cinese.
Rischio di prezzo. Il gruppo è soggetto al rischio di oscillazione del prezzo delle materie prime, in particolare di alluminio, ghisa, rame e acciaio. Attualmente la società rivede i prezzi di vendita dei prodotti trasferendo in virtù di specifici accordi commerciali di indicizzazione ai clienti la quota di aumento dei costi di acquisto in percentuale rispetto agli indici previsti.
Borsa
Il titolo ha iniziato le negoziazioni a Piazza Affari lo scorso 13 marzo registrando una performance sostanzialmente piatta rispetto al +4% circa del Ftse Italia Aim, attestandosi in area 11,70 euro con un volume medio di azioni scambiate di circa 8.300 pezzi.