Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un lieve guadagno dello 0,3% e in linea all’analogo europeo (0,0%), beneficiando del recupero del comparto bancario (+1,1%) e uniformandosi al Ftse Mib (+0,7%).
Sullo sfondo permangono i timori per la frenata della crescita mondiale, alimentati dai dubbi sulla possibilità che Stati Uniti e Cina possano giungere ad un’intesa commerciale, che paiono attenuarsi per ora dopo la riapertura dei negoziati.
Intanto, le circostanze sembrano indicare un taglio dei tassi di 25 pb da parte della Fed nella riunione di fine luglio.
Sul versante nazionale, la Commissione UE ha preso la decisione di non consigliare la procedura d’infrazione contro l’Italia dopo che l’esecutivo di Roma ha varato i provvedimenti che servivano a diminuire il rapporto deficit/Pil al 2,04% nel 2019.
L’organismo comunitario ha poi mantenuto le proiezioni di crescita del Pil al +0,1% nel 2019 al +0,7% nel 2020, rimarcando che “i rischi sullo scenario di crescita restano significativi specie sul 2020, anno particolarmente impegnativo per i conti pubblici”.
“I nostri conti pubblici sono solidi e in ordine e la significativa riduzione dello spread ne e’ la prova. La strategia di politica economica del Governo mira alla progressiva riduzione del debito pubblico, condizione imprescindibile per ogni prospettiva di crescita”, ha invece ribadito il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
La seduta tonica del creditizio ha impattato in parte anche sui titoli dell’asset management, tra cui sul Ftse Mib riprende la corsa di Fineco (+2%), che sta valutando la possibile emissione di strumenti AT1 fino a un massimo di 300 milioni, con UniCredit che ha ceduto il restante 18,3% detenuto nel capitale della banca multicanale.
Sul Ftse Mib continua il buon momento di Nexi (+1,8%), la cui tecnologia è stata scelta da Ubi per i nuovi bonifici istantanei.
Sul Mid Cap bene doValue (+6,3%), che ha perfezionato l’acquisto di Altamira, mentre frena ancora Banca Ifis (-0,1%), che nel primo semestre ha concluso operazioni su Npl per 1,4 miliardi. Timida rimonta per Cerved (+0,3%), reduce da diverse sedute no dopo che Mps ha esercitato il recesso dal contratto di special servicing in essere con la controllata Juliet.
Tra le Small Cap risale subito Banca Sistema (+1,4%), la cui controllata ProntoPegno ha avuto l’ok di Bankitalia ad operare, mentre proseguono i realizzi su Banca Intermobiliare (-1,9%), che ha da poco ricevuto da Bankitalia i requisiti minimi da rispettare.