Il 25 luglio è la scadenza entro cui dovrà essere pronto il piano di salvataggio di Carige, all’interno del quale si sta definendo l’entità dell’aumento di capitale necessario.
La conferma è arrivata da Salvatore Maccarone, presidente del Fitd, attraverso alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa.
Il piano, di cui lo stesso Fitd è il pivot e che dovrà essere sottoposto alla Bce, stimerebbe un fabbisogno patrimoniale di 900 milioni (700 milioni di aumento di capitale) per la banca ligure. La cifra prevista nel piano iniziale dei commissari era di 630 milioni, saliti a 780 milioni in quello (poi svanito) di BlackRock.
Nell’ambito dell’operazione, il bond da 320 milioni sottoscritto dallo Schema Volontario del Fitd a novembre 2018 verrebbe convertito in equity. Lunedì 15 luglio si riunirà il consiglio per convocare l’assemblea per dare il via libera.
Il Fitd sarebbe affiancato da Cassa Centrale Banca, gruppo cooperativo trentino, che, secondo i rumor di stampa, potrebbe investire tra i 70-90 milioni per rilevare una quota di minoranza di Carige. Un cda straordinario di Cassa Centrale per discuterne è fissato per il prossimo 18 luglio.
Il piano prevedrebbe anche un contributo da 200 milioni da parte dello Schema Obbligatorio dello stesso Fitd, la possibile emissione di un bond subordinato da 200 milioni sottoscritto in larga parte da due banche pubbliche, Mediocredito Centrale (25 milioni) e Credito Sportivo (150 milioni), e un apporto di alcune decine di milioni da parte dei soci attuali (in primis la famiglia Malacalza).
Il rafforzamento previsto consentirebbe alla banca di cedere quasi tutti gli Npe in pancia, circa 3,3 miliardi (su 3,5 miliardi), che verrebbero acquisite dalla Sga, controllata del Mef.