Nelle sedute dall’8 al 12 luglio il Ftse Italia Tecnologia ha chiuso poco mosso (+0,1%), sovraperformando l’Euro Stoxx Tecnologia (-0,7%) ma non il Ftse Mib (+0,9%).
In settimana l’attenzione si è focalizzata sulle parole del presidente della Fed, Jerome Powell, che hanno rafforzato l’idea che la banca centrale americana taglierà i tassi di 25 punti base a fine mese. Indicazioni accomodanti anche dalle minute della Fed e della Bce sulle riunioni di giugno. Sul fronte commerciale, Trump è tornato ad attaccare la Cina, rea di non aver ancora incrementato gli acquisti di prodotti agricoli. In Italia, spread sotto quota 200 bp.
Tornando al comparto tech e tlc, a Piazza Affari la big cap Stm chiude le cinque sedute in progresso dello 0,5% mentre la tlc Telecom Italia ha guadagnato l’1 per cento. In settimana Moody’s ha confermato il rating di Tim a livello Ba1, tagliando però l’outlook da stabile a negativo. Intanto, la Corte di Giustizia europea ha stabilito che la concessione attribuita nel 2016 a Open Fiber per la banda ultralarga è legittima, nonostante il ricorso presentato da Tim.
Contrastate le mid cap Reply (-3,2%) e Sesa (+8,2%), quest’ultima dopo i risultati dell’esercizio al 30 aprile 2019, superiori al track record storico del gruppo e al mercato di riferimento. Fidentiis e Mediobanca hanno alzato il target price rispettivamente a 42,5 euro (da 37,5) e a 42 euro (da 40). Inoltre, si segnala l’ingresso di TIP nella catena di controllo, attraverso l’acquisto del 14,95% del capitale di ITH (che detiene la maggioranza di Sesa).
Fra le società a bassa capitalizzazione brilla Digital Bros (+17,6%) complice un upgrade a “buy” di Banca Akros. In evidenza anche Eurotech (+4,3%) dopo che Emera è entrata nel capitale con l’8 per cento.
Positiva Exprivia (+2,3%) che ha assegnato il Premio di Risultato 2018 ai dipendenti della società. Debole Txt (-1,2%) dopo le dimissioni del Cfo Paolo Matarazzo. In calo Be (-4,4%) e Piteco (-1,9%).