Banche (+1,5%) – Spiccano UniCredit (+2,6%), Banco Bpm (+2,6%) e Mps (+3,9%)

Il Ftse Italia Banche chiude con un rialzo dell’1,5% e in linea all’omologo europeo (+1,3%), tenendo a galla anche il Ftse Mib (+0,1%).

Sullo sfondo restano le preoccupazioni per la frenata della crescita mondiale, innescate dalle incertezze sulla possibilità che Stati Uniti e Cina possano giungere ad un’intesa commerciale, anche se sembrano momentaneamente ridursi dopo la ripresa dei colloqui.

Nel frattempo, tutto sembra protendere per una riduzione dei tassi di 25 pb da parte della Fed nel meeting di fine mese, mentre la Bce ha ribadito un possibile nuovo allentamento monetario nel caso prosegua il rallentamento dell’economia.

Sul fronte domestico, la Commissione Europea ha deciso di non raccomandare la procedura d’infrazione contro l’Italia dopo che il Governo italiano ha presentato le misure necessarie per ridurre il rapporto deficit/Pil al 2,04% per l’anno in corso.

“Gli obiettivi di finanza pubblica per l’esercizio in corso e per il prossimo triennio saranno aggiornati alla luce dei dati macroeconomici più recenti con la prossima nota di aggiornamento al Def di fine settembre. Il quadro di finanza pubblica continua a essere orientato al ristabilimento della fiducia sui mercati, ha ribadito il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.

In questo contesto, grazie anche allo spread Btp-Btp ristrettosi in area 185 pb (fonte Mts Markets), sul comparto bancario sono tornati gli acquisti.

Risalgono tutti i titoli del Ftse Mib, tra cui UniCredit (+2,6%), supportata anche dal miglioramento dell’outlook da parte di Standard & Poor’s, e Banco Bpm (+2,6%), che ha recentemente completato il riassetto del credito al consumo.

Sul Mid Cap bene Credem (+1,3%), che ha reso noti gli obiettivi nel private banking per il 2019, mentre rallenta Popolare Sondrio (-0,7%). Ritraccia Creval (-0,5%), il cui Ad Luigi Lovaglio in un’intervista ha ribadito che il piano al 2023 è basato sulla crescita organica.

Riparte la corsa di Mps (+3,9%), con il mercato che resta in attesa di novità sul fronte del de-risking, mentre i rumor riportano del collocamento di un bond Tier2.

Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se sospesa dalle contrattazioni, su cui proseguono i rumor sul possibile destino e sul fabbisogno patrimoniale, che potrebbe coinvolgere anche una banca. Il prossimo 25 luglio il piano dovrà essere pronto. La banca, nel frattempo, ha smentito di avere un “buco” in bilancio.

Ok Banca Finnat (+1,3%), che ha acquisito una forte leadership nell’assistenza agli emittenti quotati all’Aim.