Dopo circa un’ora dall’avvio delle contrattazioni, le azioni Tenaris arretrano del 2,2% in area 11,75 euro e si collocano in coda al Ftse Mib, in frazionale rialzo dello 0,1 per cento.
Il titolo è appesantito dal calo registrato ieri dal petrolio, con i future su Wti e Brent che hanno chiuso rispettivamente a -3,3% e a -3,2% a 57,6 e a 64,35 dollari al barile.
L’oro nero ha risentito delle dichiarazioni rilasciate nella notte dal Presidente Usa Trump che ha aperto alla possibilità di introdurre nuovi dazi commerciali sulla Cina.
Un’affermazione in contrasto a quanto dichiarato dal Segretario al Tesoro Mnuchin e dal Rappresentante al Commercio Lighthizer, che si erano detti pronti a recarsi in Cina qualora i colloqui telefonici in programma questa settimana si fossero rivelati proficui.
Alla discesa delle quotazioni del greggio contribuisce anche la distensione delle tensioni in Medio Oriente, con l’Iran che ha manifestato la propria disponibilità al dialogo con Washington.
Inoltre, prosegue il ripristino della produzione di greggio Usa nel Golfo del Messico dopo il passaggio della tempesta Barry che da venerdì scorso aveva determinato pesanti tagli all’output usuale.
Tenaris si avvia così a registrare un’ulteriore seduta in rosso, dopo i cali avviati lo scorso venerdì. Il titolo ha comunque guadagnato quasi il 25% da inizio anno.
Infine, si ricorda che, secondo i dati raccolti da Bloomberg, le raccomandazioni sul titolo si dividono in 12 “buy”, 7 “hold”e 2 “sell” con target price medio a 12 mesi pari a 14,47 euro, prezzo che incorpora un potenziale upside del 23% rispetto alle quotazioni attuali.