Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un ribasso dello 0,6% e allineato all’analogo europeo (-0,5%), risentendo della frenata del comparto bancario (-1,2%) e uniformandosi al Ftse Mib (-0,6%).
Sullo sfondo permangono i timori per la frenata della crescita mondiale, alimentati dai dubbi sulla possibilità che Stati Uniti e Cina possano giungere ad un’intesa commerciale, nonostante la riapertura dei negoziati.
Intanto, le circostanze sembrano indicare un taglio dei tassi di 25 pb da parte della Fed nella riunione di fine luglio, mentre la Bce ha confermato una possibile nuova politica monetaria espansiva nel caso si protragga il rallentamento economico.
Sul versante nazionale, la Commissione UE ha preso la decisione di non consigliare la procedura d’infrazione contro l’Italia dopo che l’esecutivo di Roma ha varato i provvedimenti che servivano a diminuire il rapporto deficit/Pil al 2,04% nel 2019.
Il rallentamento del settore creditizio ha impattato anche sui titoli dell’asset management, tra cui sul Ftse Mib scattano i realizzi su Fineco (-2,2%) dopo il il rialzo di martedì e dell’ultimo mese, con BlackRock pronta a salire ancora nel capitale ma senza puntare al controllo.
Sul listino principale tornano le prese di profitto su Nexi (-0,2%), la cui tecnologia è stata scelta da Ubi per i nuovi bonifici istantanei. Sottotono Exor (-0,6%), in scia all’andamento incolore delle principali controllate quotate.
Sul Mid Cap stop per doValue (-0,3%), che ha perfezionato l’acquisto di Altamira, per Banca Ifis (-0,1%), che nel primo semestre ha concluso operazioni su Npl per 1,4 miliardi, e per Cerved (-0,1%), con Mps che ha esercitato il recesso dal contratto di special servicing in essere con la controllata Juliet.
Tra le Small Cap tornano prese di beneficio su Banca Sistema (-1,3%), che punta a crescere nella cessione del quinto, mentre si interrompono le vendite su Banca Intermobiliare (+0,4%), che ha da poco ricevuto da Bankitalia i requisiti minimi da rispettare.