Il consiglio di amministrazione di Trevi, riunitosi ieri, ha autorizzato a maggioranza la sottoscrizione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti e degli accordi che regolano la manovra finanziaria per la ricapitalizzazione della società.
La manovra ha la finalità di mettere in sicurezza il gruppo Trevi, riequilibrando la situazione finanziaria e patrimoniale e permettendogli di tornare ai livelli di fatturato e marginalità pre crisi, in linea con i target del piano industriale.
Già a partire dal 2020, infatti, la società dovrebbe essere in grado di raggiungere ratio finanziari consolidati in linea con il mercato, in particolare un rapporto PFN/Ebitda di 3x e PFN/Equity di 1,2x.
Nel dettaglio, la manovra finanziaria prevede la ricapitalizzazione e la ristrutturazione del debito della società per massimi 213,1 milioni attraverso tre aumenti di capitale differenti.
Il primo presenta un importo di 130 milioni, integralmente garantito per circa 77,4 milioni dai soci FSI Investimenti e Polaris Capital Management e per la parte residua dalle banche finanziatrici, in compensazione dei crediti vantati e nel rapporto di conversione 4,5:1.
La seconda emissione è invece riservata alle banche finanziatrici, inscindibile per 10,6 milioni e per un importo massimo di 63,1 milioni determinato sulla base del contributo all’aumento di capitale precedente, come mezzo per la conversione dei crediti vantati fino a un massimo di 284 milioni.
Il terzo aumento di capitale, fino a un massimo di 20 milioni, è invece riservato agli azionisti della società e a servizio dell’emissione di “loyalty warrant”.
Verrà poi erogata nuova finanza per cassa per un importo di 41 milioni o inferiore, sulla base del contributo delle banche al primo aumento di capitale.
È inoltre prevista la conferma delle linee di credito esistenti e la concessione di nuove linee per firma a supporto del piano per massimi 200 milioni, oltre a nuova finanza per firma e per cassa nel periodo in attesa dell’omologa dell’accordo di ristrutturazione.
Infine, la manovra stabilisce che i proventi derivanti dalla dismissione delle società operanti nel settore Oil&Gas vengano utilizzati per il rimborso dell’indebitamento gravante su tali società. La parte residua sarà riscadenziata in maniera uniforme al debito oggetto di ristrutturazione.
L’accordo di ristrutturazione presuppone infine la sottoscrizione dell’accordo di investimento con FSI Investimenti e Polaris e dell’accordo sulla dismissione del business Oil & Gas, ed è subordinato ad alcune condizioni sospensive da verificarsi entro il 31 dicembre 2019.
L’accordo dovrebbe essere sottoscritto da Trevi e dalle banche, e depositato presso il tribunale competente, entro la prima decade del prossimo mese di agosto.
Contestualmente, è infine prevista la sottoscrizione di accordi a latere con alcuni creditori finanziari che hanno aderito alla manovra a condizioni differenti, che saranno anch’essi oggetto di omologa da parte del tribunale.