Lo Schema Volontario del Fitd è pronto a dare il via libera alla conversione del bond da 320 milioni nell’ambito del salvataggio di Carige, ma a condizione che venga in seguito presentato un piano in cui è prevista anche l’adesione di altri soggetti.
È quanto riporta la stampa, ricordando che mancano pochi giorni alla scadenza (25 luglio) entro cui il piano dovrà essere presentato alla Bce, e che prevalgono ancora le incertezze sulla struttura del rafforzamento patrimoniale da 900 milioni, finanziato per 700 milioni con un aumento di capitale e per 200 milioni tramite l’emissione di un bond subordinato.
In particolare, nella parte in equity, oltre alla conversione del bond, il Fitd dovrebbe intervenire anche attraverso lo Schema Obbligatorio, con l’intervento che potrebbe variare dai 90 milioni ai 320 milioni, a seconda di quante risorse immetteranno gli altri attori coinvolti.
Nei giorni scorsi è emersa la possibile partecipazione del gruppo cooperativo trentino Cassa Centrale Banca, che potrebbe investire 70 milioni e rilevare una quota del 10 per cento. Ieri si è tenuto un cda interlocutorio e un altro sarebbe previsto il prossimo 24 luglio per discutere del deal.
Secondo altri rumor di stampa, Cassa Centrale Banca sarebbe pronta ad entrare a condizione che la famiglia Malacalza (primo azionista di Carige con il 27,55%) si impegni ad approvare all’aumento nell’assemblea che si dovrebbe tenere a settembre, e ad aderire all’operazione.
Malacalza, tuttavia, pur essendo favorevole a una soluzione industriale, non si è ancora espresso in modo definitivo. Poi bisognerà capire la posizione degli altri soci e verificare se gli ultimi rumor sul possibile coinvolgimento di due investitori privati (con un investimento di 70 milioni) saranno confermati.