A giugno 2019, la domanda di elettricità in Italia è stata di 27,8 miliardi di kWh, in crescita del 2,9% rispetto allo stesso mese del 2018. A livello territoriale la variazione tendenziale di giugno 2019 è risultata ovunque positiva: +1,5% al Nord, +3,3% al Centro e +5,6% al Sud.
L’andamento della richiesta d’elettricità ha risentito dell’effetto calendario, con un giorno lavorativo in meno (20 vs 21 giorni), ma ha beneficiato di una temperatura media mensile superiore di 1,2°C rispetto a giungo 2018. Il dato destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura porta a una variazione positiva della domanda elettrica dell’1,5%.
In termini congiunturali, il valore destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura dell’energia elettrica richiesta a giugno 2019 ha registrato una variazione positiva (+2%) rispetto al mese precedente. Un risultato che modifica il profilo del trend che assume un andamento leggermente crescente.
Sul fronte del mercato all’ingrosso, il Prezzo unico nazionale (Pun) è stato pari a 48,74 €/MWh nel periodo in esame, in calo del 14,9% rispetto a giugno 2018.
Nel mese in esame la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’88,2% con produzione nazionale e per la quota restante (11,8%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.
Nel dettaglio, la produzione nazionale netta (24,7 miliardi di kWh) è cresciuta del 3,7% rispetto a giugno 2018, ed è composta per il 48% da fonti energetiche rinnovabili (11.750 GWh) ed il restante 52% da fonte termica. In crescita la produzione da fonte termica (+9,2%), fotovoltaica (+5,3%) e geotermica (+0,4%). Calano, invece, la produzione idroelettrica (-1,1%) ed eolica (-30%).
La potenza massima (c.d. punta di potenza) richiesta a giugno scorso è stata pari a 57.964 MW registrata venerdì 28 giugno alle ore 15, superiore del 12% rispetto al valore registrato alla punta di maggio 2018.
Commento
Nel complesso, i dati sulla produzione di energia elettrica a giugno 2019 sono positivi per gruppi come Enel, Edison, A2A e Iren, grazie all’aumento della produzione termoelettrica (+5,4%) che ha più che compensato la contrazione della produzione idroelettrica (-1,1%) ed eolica (-30%).
I dati in esame sono invece negativi per realtà come Erg (esposta anche all’idroelettrico), Falck Renewables e Alerion Clean Power, focalizzate in prevalenza sulla generazione da fonte eolica (-30%).