Banche (-2,9%) – Settimana di vendite su Big e Mid Cap

Il Ftse Italia Banche chiude l’ottava con un ribasso del 2,9% e in linea all’omologo europeo (-2,7%), portandosi dietro anche il Ftse Mib (-2,4%).

Sullo sfondo restano le preoccupazioni per la frenata della crescita mondiale, innescate dalle incertezze sulla possibilità che Stati Uniti e Cina possano giungere ad un’intesa commerciale, anche se i colloqui sono ripresi.

Nel frattempo, tutto sembra protendere per una riduzione dei tassi di 25 pb da parte della Fed nel meeting di fine mese, mentre la Bce ha ribadito un possibile nuovo allentamento monetario nel caso prosegua il rallentamento dell’economia.

Sul fronte domestico, la Commissione Europea ha deciso di non raccomandare la procedura d’infrazione contro l’Italia dopo che il Governo italiano ha presentato le misure necessarie per ridurre il rapporto deficit/Pil al 2,04% per l’anno in corso.

Tuttavia, sono tornati i dubbi circa la tenuta del Governo, a causa degli ultimi attriti tra le forze politiche che lo compongono, Lega e Movimento 5 Stelle.

In questo contesto, con lo spread Btp-Btp risalito in area 195 pb (fonte Mts Markets), sul comparto bancario sono prevalse le vendite, in particolare nella seduta di venerdì, anche se il settore veniva da un mese decisamente positivo.

Vendite su tutti i titoli del Ftse Mib, tra le quali contengono il calo sotto il 3% le big UniCredit (-2,7%), su cui Standard & Poor’s ha migliorato l’outlook da parte di Standard & Poor’s e Moody’s ha alzato il rating, con la banca che procede con il de-risking, e Intesa Sanpaolo (-2,1%), la cui divisione private banking è in continua crescita.

Sul Mid Cap in rosso Credem (-1,2%), che ha reso noti gli obiettivi nel private banking per il 2019, Creval (-2,5%), il cui Ad Luigi Lovaglio in un’intervista ha ribadito che il piano al 2023 è basato sulla crescita organica, e Popolare Sondrio (-3,7%).

Scattano i realizzi su Mps (-11,2%) dopo il rally intrapreso da inizio luglio, con il mercato che resta in attesa di novità sul fronte del de-risking, mentre l’istituto ha collocato con successo un bond Tier2 da 300 milioni.

Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se sospesa dalle contrattazioni, su cui proseguono i rumor sul fabbisogno patrimoniale e sulla possibile strutturazione dello stesso, che potrebbe coinvolgere una banca. Il prossimo 25 luglio il piano, su cui circolano indiscrezioni di stampa, dovrà essere pronto. La banca, nel frattempo, ha smentito di avere un “buco” in bilancio.

Lettera su Banca Finnat (-2,7%), che ha acquisito una forte leadership nell’assistenza agli emittenti quotati all’Aim.