Il Fitd avrebbe giudicato “irricevibile” la proposta del gruppo cooperativo Cassa Centrale Banca (CCB), che dovrebbe acquistare circa il 10% di Carige all’interno del piano di salvataggio da 900 milioni (da coprire per 700 milioni con un aumento di capitale e per 200 milioni con un bond Tier2).
Proprio ieri, l’assemblea dello Schema Volontario dello stesso Fitd ha dato il via libera alla conversione del bond da 320 milioni una volta che il piano sarà definito.
Secondo la stampa, CCB (che oggi terrà un cda), che ridurrebbe l’investimento previsto da 70 milioni a 65 milioni e che vorrebbe sottoscrivere il 50% del bond (di cui si farebbero carico anche Mediocredito Centrale e Credito Sportivo), avrebbe chiesto di rilevare in quattro anni le quote che saranno in mano allo Schema (Volontario e Obbligatorio) con uno sconto del 90%, con il Fitd che secondo altri rumor di stampa accetterebbe un 45-50% nell’arco di 12-18 mesi.
Nell’ambito dell’aumento, poi, 150 milioni dovrebbero essere sottoscritti dagli attuali soci di Carige, in primis la famiglia Malacalza, che al momento non si è ancora espressa in maniera ufficiale e che secondo altre voci di stampa ha qualche dubbio sul coinvolgimento di CCB.
I restanti 170 milioni sarebbero coperti dallo Schema Obbligatorio del Fitd, anche se l’impegno potrebbe aumentare nel caso gli azionisti di Carige si tirassero indietro.
Domani scade il termine per presentare alla Bce il piano. L’istituto di Francoforte, nel caso non ci fossero passi concreti, potrebbe avviare un esame della qualità dell’attivo, secondo altre fonti di stampa. Se il piano fosse pronto, la Bce potrebbe concedere altri giorni per ultimare i dettagli.