Fincantieri ha chiuso il primo semestre con ricavi in crescita del 12,3% a 2.837 milioni grazie soprattutto al continuo progresso dell Shipbuilding. Il business ha sostenuto anche la gestione operativa, che cresce a doppia cifra in termini assoluti migliorando leggermente la marginalità nonostante l’aumento delle perdite a livello di Ebitda del business offshore. Il tutto mentre continua il solido order intake con 6,6 miliardi di nuovi ordini nel periodo. Il semestre si è però chiuso con un utile netto adjusted in calo per effetto del peggioramento della gestione finanziaria. Dal lato patrimoniale sale l’indebitamento finanziario netto a 724 milioni, per effetto degli investimenti necessari per un business in forte crescita.
Nei primi sei mesi dell’esercizio il fatturato consolidato di Fincantieri è cresciuto del 12,3% a 2.837 milioni grazie principalmente al buon andamento della divisione Shipbuilding.
I ricavi di quest’ultima sono infatti aumentati del 13,2% a 2.410 milioni, di cui 1.677 milioni generati dalle navi da crociera (+9,9%) e 723 milioni dal business delle navi militari (+22%), in scia alle maggiori dimensioni e valore delle navi in costruzione.
Bene anche la divisione Sistemi, Componenti e Servizi che ha evidenziato un giro d’affari in crescita del 15,6% a 371 milioni, grazie all’evoluzione delle commesse e all’avvio delle attività di Fincantieri Infrastructure.
In calo del 5,7% a 314 milioni invece il fatturato del business Offshore su cui hanno pesato il ridotto utilizzo della capacità produttiva e l’effetto negativo dei cambi.
La dinamica dei ricavi della divisione ha impattato anche sulla gestione operativa, le cui perdite a livello di Ebitda sono aumentate da 6 a 52 milioni.
Il ridotto utilizzo della capacità ha infatti portato alla ricerca di ordini in settori diversi dall’Oil & Gas, tradottasi poi in un elevato livello di complessità del processo produttivo e nello sviluppo di progetti ad elevato contenuto innovativo che necessitano di un maggiore impiego di risorse.
La contrazione del business Offshore è stata comunque compensata dal buon andamento operativo della divisione Sistemi, Componenti e Servizi (+14,7% a 39 milioni) e, soprattutto, dello Shipbuilding (+42,2% a 246 milioni).
Nel complesso, l’Ebitda consolidato è cresciuto del 17,5% a 215 milioni, con un’incidenza sul fatturato salita al 7,6% (+30 basis point).
L’Ebit ha invece mostrato un incremento del 16,1% a 137 milioni, con un margine in leggero aumento al 4,8% (+10 basis point) nonostante un deciso incremento degli ammortamenti legati all’introduzione dell’IFRS 16.
Il periodo si è però chiuso con un utile netto adjusted pari a 34 milioni, in calo del 12,8% rispetto ai 39 milioni del primo semestre 2018.
La bottom line è stata infatti appesantita dal peggioramento della gestione finanziaria, per effetto principalmente dei maggiori oneri finanziari sui derivati di copertura, e dall’incremento del tax rate.
Includendo l’impatto di oneri non ricorrenti per 22 milioni, inerenti ai contenzioni per danni da amianto e al piano di riorganizzazione di VARD, l’utile netto di competenza dei soci mostra invece una riduzione del 23,8% a 16 milioni.
Per quanto riguarda il portafoglio ordini, il carico di lavoro complessivo al 30 giugno ha raggiunto i 33,1 miliardi con copertura fino al 2027, di cui 29,5 miliardi di backlog e 3,6 miliardi di soft backlog.
Nei primi sei mesi dell’anno sono stati acquisiti nuovi ordini per 6,6 miliardi, con un book-to-bill ratio pari a 2,3x. Di questi, il 96% è stato generato nello Shipbuilding.
Dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2019 è salito a 724 milioni dai 494 milioni di fine 2018, includendo anche 88 milioni relativi all’applicazione del principio contabile IFRS 16.
Una dinamica che riflette gli investimenti effettuati nel periodo, incentrati in particolare sull’adeguamento di alcuni cantieri italiani alle necessità del mercato e sul supporto alla crescita del business delle navi da crociera.
Infine, il management ha confermato la guidance per il 2019 che prevede una crescita dei ricavi in linea a quella registrata lo scorso anno e il mantenimento delll’Ebitda margin sui livelli del 2018. I risultati sono infatti in linea con le previsioni e con gli obiettivi del piano industriale 2018-2022.