Saipem – Torna in utile e migliora l’indebitamento nel primo semestre 2019

Saipem ha chiuso il primo semestre con ricavi e gestione operativa in crescita grazie principalmente al risultato dei business E&C. Una performance che ha permesso di chiudere il periodo con un utile netto adjusted passato da 6 a 60 milioni. Il risultato è stato accompagnato da una deciso order intake che ha arricchito il backlog con 9,5 miliardi di nuovi ordini. Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è sceso da 1.706 a 1.574 milioni contribuendo a un miglioramento della guidance, che ora stima un debito a fine 2019 a 800 milioni.

Nei primi sei mesi dell’anno il giro d’affari consolidato di Saipem è cresciuto del 19% a 4.519 milioni per effetto dell’incremento diffuso in tutte le divisioni del gruppo.

Le divisioni E&C Offshore e Onshore hanno infatti rilevato incrementi rispettivamente del 13,7% a 1.990 milioni e del 23,3% a 2.000 milioni grazie ai maggiori volumi sviluppati.

Migliorano anche i ricavi del Drilling Offshore (+15,8% a 256 milioni), grazie ai maggiori giorni di attività di alcuni mezzi inattivi nel 1H18, e del Drilling Onshore (+11% a 273 milioni) per i maggiori volumi sviluppati in Arabia Saudita e Sud America.

Per quanto riguarda la gestione operativa, l’Ebitda adjusted ha registrato un incremento del 25,5% a 606 milioni con un’incidenza sul fatturato al 13,4% (+70 basis point), grazie anche al contributo positivo dell’applicazione dell’IFRS 16 per 75 milioni.

La dinamica ha beneficiato inoltre del migliore risultato e della maggiore marginalità delle due divisioni Engineering & Construction, in particolare l’Onshore che non include però il peggioramento di una commessa eseguita in una società a controllo congiunto (classificata negli oneri da partecipazione).

In calo invece la marginalità nel Drilling, in particolare nella divisione Offshore che ha visto l’Ebitda adjusted margin ridursi dal 48,4 al 39,8 per cento.

L’Ebit adjusted si è invece attestato a 308 milioni, con un incremento del 20,8% e un margine sostanzialmente stabile al 6,8% (+10 basis point).

Il periodo si è dunque chiuso con un utile netto adjusted di 60 milioni, in netto miglioramento rispetto ai 6 milioni del 1H 2018.

Al lordo degli oneri straordinari, diminuiti a 46 milioni dai 329 milioni del primo semestre 2018 (gravati da importanti svalutazioni di immobilizzazioni e circolante), il risultato netto dei soci risulta positivo per 46 milioni a fronte della perdita di 298 milioni del 1H 2018.

Nel periodo in esame il gruppo ha inoltre registrato un forte order intake, con 9,5 miliardi di nuovi ordini rispetto ai circa 4 miliardi dell’anno precedente.

Il portafoglio ordini al 30 giugno 2019, escluse le società non consolidate, ammonta dunque a 17,6 miliardi (12,6 miliardi lo scorso 31 dicembre) di cui 5,1 miliardi nell’E&C Offshore, 12,9 miliardi nell’E&C Onshore, 814 milioni nel Drilling Offshore e 586 milioni nel Drilling Onshore.

A questi si andranno ad aggiungere nuovi ordini per 3,2 miliardi acquisiti dopo la chiusura del semestre.

Dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto è sceso a 1.574 milioni rispetto ai 1.706 milioni rilevati a fine 2018.

Il dato include anche gli effetti dell’applicazione dell’IFRS 16, pari a un maggiore debito di 547 milioni al 31 dicembre 2018 e di 531 milioni al 30 giugno 2019.

In virtù dei risultati raggiunti e della solida raccolta ordini il management ha migliorato la guidance 2019 sull’indebitamento finanziario netto, ora atteso a 800 milioni rispetto al miliardo inizialmente previsto.

Invariati invece i target su ricavi a circa 9 miliardi, Ebitda adjusted margin al di sopra del 10% e su investimenti tecnici per 500 milioni (135 milioni già sostenuti).