Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un calo dello 0,8% e al di sotto dell’analogo europeo (-0,2%), risentendo della frenata del comparto bancario (-0,6%) e uniformandosi al Ftse Mib (-0,8%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per la frenata della crescita mondiale, confermati dalle stime del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale (FMI) che ha limato dello 0,1% l’outlook di crescita globale, anche a causa delle persistenze incertezze sulla questione commerciale Usa-Cina.
Nel frattempo, la Bce nella riunione di oggi, in cui ha lasciato fermi i tassi, ha confermato di stare valutando varie opzioni di allentamento monetario a causa dell’outlook debole e i rischi orientati al ribasso per l’economia dell’Eurozona, come ribadito dal presidente Mario Draghi.
Tra le opzioni che potrebbero essere prese in considerazione ci sono un nuovo QE e una possibile riduzione dei tassi di interesse, accompagnata però da misure per attutirne gli impatti negativi sui bilanci bancari.
Per quanto riguarda l’Italia, il FMI ha limato allo 0,8% la crescita del Pil 2020 mentre è rimasta invariata per il 2019 a 0,1 per cento.
La seduta incolore del settore creditizio ha impattato in buona parte anche sui titoli dell’asset management, tra i quali sul Ftse Mib resiste Azimut (0,0%).
Sul Ftse Mib acquisti su Nexi (+0,8%), la cui tecnologia è stata scelta da Ubi per i nuovi bonifici istantanei.
Sul Mid Cap ritraccia Banca Ifis (-1,4%), che nel primo semestre ha concluso operazioni su Npl per 1,4 miliardi e si cui Fitch ha confermato il rating. Ancora vendite su doValue (-1,3%), che ha perfezionato l’acquisto di Altamira, mentre frena Cerved (-0,1%), con Mps che ha esercitato il recesso dal contratto di special servicing in essere con la controllata Juliet.
Tra le Small Cap ancora denaro su Banca Sistema (+0,8%), che ha conferito il ramo ‘Credito su Pegno’ in ProntoPegno, mentre rallenta Banca Intermobiliare (-2%), che ha da poco ricevuto da Bankitalia i requisiti minimi da rispettare.