Il gruppo ha archiviato il periodo aprile-giugno 2019 con ricavi in calo del 3,7% a 657 milioni, mentre Ebitda (+2,3%) ed Ebit (-7,6%) si sono attestati rispettivamente a 136 e a 87 milioni. L’utile netto ha segnato un -18% a 59 milioni, complice un onere di 6,8 milioni legato al risultato derivante da attività operative cessate. In aumento l’indebitamento finanziario netto a milioni 435. Rivista leggermente al ribasso la previsione sui ricavi 2019, ora attesi in lieve calo rispetto allo scorso anno.
Brembo ha chiuso il secondo trimestre 2019 con risultati leggermente inferiori al consensus e un debito superiore alle attese, in uno scenario ancora appesantito dal perdurare delle difficoltà del settore automotive.
Il fatturato è diminuito del 3,7% a 657 milioni, con il settore autovetture in calo del 7,1% a 489 milioni, mentre le applicazioni per i motocicli hanno segnato un +8,1% a 68 milioni, quelle per i veicoli commerciali un +10,4% a 69 milioni e le competizioni un +2,3% a 30,5 milioni.
A livello geografico, le vendite sono diminuite in Germania del 17,2%, in Italia del 6,4% e in Francia del 9,4%, mentre sono cresciute del 3,1% nel Regno Unito. Nel continente asiatico, l’India ha registrato un +16,2% e la Cina un -4 per cento.
Il mercato nordamericano (Stati Uniti, Messico e Canada) ha riportato un progresso del 5,3%, mentre il Sud America (Brasile e Argentina) ha segnato un -44,6 per cento.
L’Ebitda è aumentato del 2,3% a 136,3 con un’incidenza sul fatturato al 20,8% (+120 punti base), beneficiando anche dell’effetto del principio contabile IFRS 16 per circa 5 milioni.
L’Ebit è diminuito del 7,6% a 87,4 milioni complici i maggiori ammortamenti per l’adozione dell’IFRS 16, con un ros al 13,3% (-60 punti base).
Il trimestre si è chiuso con un calo dell’utile netto del 18% a 59 milioni, anche per un onere di 6,8 milioni legato alla cessazione della propria attività industriale nell’impianto di Buenos Aires cui seguirà la liquidazione della società Brembo Argentina.
La decisione di Brembo è legata all’impossibilità di dare impulso a nuovi progetti a causa del forte calo del mercato automotive argentino e alle sue poco rassicuranti prospettive di ripresa, da cui consegue la decisione da parte dei principali produttori locali di rinunciare a progetti industriali e all’uscita di nuovi modelli.
Il risultato negativo dell’attività operativa ordinaria dell’azienda al 30 giugno 2019, nonché la stima dei costi connessi alla dismissione, sono stati riclassificati nella voce “Risultato derivante da attività operative cessate”.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è aumentato a 434 milioni dai 389 milioni al 30 marzo 2019. Escludendo l’effetto del principio IFRS 16, l’indebitamento finanziario netto risulta pari a 252 milioni.
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, in un contesto di importanti contrazioni dei volumi su tutti i mercati automotive, il gruppo stima di chiudere l’esercizio con volumi in leggero calo rispetto all’anno precedente (previsti stabili in precedenza), mantenendo tuttavia una redditività in linea con il 2018.