Nei primi sei mesi del 2019 CIR, gruppo attivo principalmente nei settori della sanità (Kos), componentistica per autoveicoli (Sogefi) e media (Gedi), ha registrato ricavi in calo del 3% su base annua a 1.362 milioni.
Sulla performance ha impattato la riduzione del fatturato di Sogefi (-4,3%, -3% a parità di cambi) e Gedi (-6,1%), solo parzialmente compensata dall’incremento messo a segno da Kos (+4,4%).
Nella gestione operativa l’Ebitda ha invece mostrato un incremento dell’1,6% a 161,3 milioni, con un’incidenza sul fatturato dell’11,8% (+50 basis point), principalmente per effetto dell’introduzione del nuovo principio contabile IFRS 16.
L’Ebit ha infatti evidenziato una diminuzione del 32,3% a 51,5 milioni, con un margine del 3,8% (-160 basis point), in scia all’aumento degli ammortamenti.
Il periodo si è dunque chiuso con un utile netto di gruppo passato dai 24,1 milioni del 1H 2018 ai 2 milioni del semestre appena concluso (-91,8%).
Un risultato che sconta, oltre alla flessione della gestione operativa, il peggioramento della gestione finanziaria netta, l’aumento del tax rate e l’impatto dei nuovi principi contabili e di operazioni straordinarie.
Al netto infatti della svalutazione della partecipazione di Gedi in Persidera, dell’effetto dei nuovi principi contabili e degli oneri sostenuti dalla capogruppo per l’incorporazione di Cir in Cofide, l’utile netto di gruppo ammonterebbe a 13,5 milioni.
Dal lato patrimoniale, infine, l’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2019 è salito a 800,6 milioni dai 297,1 milioni rilevati a fine 2018.
L’incremento di 503,5 milioni è ascrivibile in particolare all’introduzione del nuovo principio contabile IFRS 16, con disposizioni in tema di leasing, che ha comportato l’iscrizione di maggiori debiti per 443,2 milioni (di cui 317 milioni nella controllata Kos).