Carige – Via libera del Fitd al piano di salvataggio da 900 mln

Il Fitd ha dato oggi l’ok formale gli interventi che permettono una “soluzione definitiva dei problemi di Banca Carige”.

Lo ha detto alla stampa il presidente dello stesso Fitd, Salvatore Maccarone, al termine delle riunioni odierne.

Il salvataggio della banca ligure potrà essere finalizzato entro l’anno con una ricapitalizzazione da 700 milioni, coperta inizialmente per una quota tra 550 e oltre 630 milioni dal Fitd, che poi dovrebbe cedere il controllo a Cassa Centrale Banca (CCB), holding di credito cooperativo, che entrerà all’inizio con una quota inferiore al 10 per cento.

Nello specifico, gli impegni del Fitd riguardano 313,2 milioni di conversione del bond in mano allo Schema Volontario, 238 milioni a sostegno dell’aumento e 85 milioni di copertura dell’eventuale parte non sottoscritta dagli attuali azionisti, ha spiegato Giuseppe Boccuzzi, direttore generale del Fitd.

CCB coprirà 63 milioni dell’aumento da 700 milioni e 100 milioni del nuovo bond convertibile da 200 milioni che Carige emetterà per il rafforzamento complessivo da 900 milioni, ha precisato Maccarone. Il resto del bond verrà sottoscritto da Apollo tramite Amissima (50 milioni), Mediocredito Centrale (13 milioni), Credito Sportivo (20 milioni) e altri soggetti.

CCB disporrà di due anni per esercitare l’opzione sulla quota Fitd, ha detto Maccarone, spiegando che dipenderà anche dalle decisioni della vigilanza, che dovrà autorizzare lo stesso Fitd ad avere una quota rilevante in Carige.

Secondo la stampa, la partecipazione in mano al Fitd sarà rilevata da CCB a fronte di un impegno potenziale di 300 milioni, con uno sconto del 47% rispetto all’investimento massimo del Fitd nell’aumento di capitale, pari a oltre 630 milioni.

Secondo il presidente del Fitd se, come previsto, l’assemblea per l’aumento si terrà a fine settembre, l’operazione si chiuderà a fine anno. Maccarone ha poi precisato di avere parlato con la famiglia Malacalza, primo azionista di Carige con il 27,55%, spiegando che il loro ok all’aumento in assemblea sia “un’aspettativa ragionevole”.