Nel secondo trimestre 2019 il gruppo ha realizzato ricavi pari a 478,1 milioni, in aumento dell’8,1% su base annua e superiori del 3,2% rispetto alle attese degli analisti.
L’andamento del fatturato si è amplificato a livello di margini operativi, con l’Ebitda adjusted e l’Ebit adjusted aumentati rispettivamente del 10,9% a 125,5 milioni (-1,2% vs consensus) e del 8,5% a 107,8 milioni (+1,2 vs consensus). Il tutto nonostante ammortamenti aumentati del 28,3% a 17,7 milioni.
Gli oneri finanziari netti sono cresciuti del 19% a 9,4 milioni mentre gli oneri non ricorrenti sono quasi quadruplicati a 7,8 milioni.
Il periodo in esame ha registrato un utile ante imposte salito dell’1,1 a 90,5 milioni.
Sul fronte patrimoniale l’indebitamento finanziario netto si è fissato a 937,1 milioni, in aumento di 43,2 milioni rispetto a fine marzo 2019.
Il management riporta che le previsioni per il 2019 rimangono bilanciate in termini di rischi e opportunità e ritiene che l’andamento positivo del business possa continuare durante la seconda parte dell’anno, con aspettative di volatilità nei mercati emergenti, nel loro periodo di picco stagionale.
Inoltre prevede che la crescita organica del Ebit a valore potrà continuare in modo sostenuto, mentre si attende che l’espansione della marginalità sulle vendite sia moderata da un aumento del prezzo di acquisto dell’agave superiore alle attese, esacerbato dalla sovraperformance di Espolòn.
In relazione poi ai risultati complessivi, in particolare per quanto riguarda i cambi, il rafforzamento del dollaro americano contro l’euro dovrebbe attenuarsi durante la restante parte dell’anno, mentre la volatilità delle valute dei mercati emergenti potrà persistere durante il loro picco di stagionalità.
I vertici di Campari prevedono poi che l’effetto residuale delle variazioni di perimetro potrà esaurirsi nella seconda parte dell’anno.
Inoltre nel 2019 l’utile netto dovrebbe beneficiare di rettifiche nette positive, pari a complessivamente circa 14 milioni, dovute ai risparmi fiscali legati al regime Patent Box implementato in Italia per il quinto e ultimo esercizio, per un importo, stimato in linea con il 2018, pari a circa 26 milioni. Risorse che più che compensano gli accantonamenti previsti per il completamento di progetti di riorganizzazione per circa 16 milioni, al netto dei relativi effetti fiscali positivi stimati a circa 4 milioni.