Il Cda di Salvatore Ferragamo ha approvato la relazione finanziaria semestrale consolidata al 30 giugno 2019.
I primi sei mesi dell’esercizio hanno registrato un incremento delle vendite del 4,6% a 704,9 milioni nel confronto a cambi correnti (+4,6% a cambi costanti).
A livello geografico, l’Asia Pacifico si riconferma il primo mercato (39,3%) in termini di ricavi per il gruppo, con un aumento dell’8,1% a 277,2 milioni (+8,4% a cambi costanti). I negozi a gestione diretta in Cina hanno registrato un incremento delle vendite del 17,4% (+16,3% a tassi di cambio costanti).
Salgono del 3% a 177,6 milioni le vendite in Europa, che incidono per il 25,2% sul fatturato totale, mentre quelle in Nord America (21,7% sul giro d’affari complessivo) sono aumentate dello 0,4% a 152,8 milioni (-0,4% a cambi costanti).
I negozi a gestione diretta (62,7% dei ricavi complessivi) hanno mostrato una crescita del 3,6% a 441,7 milioni, mentre il canale wholesale (36,1% del fatturato totale) ha registrato un incremento del 7,4% a 254,4 milioni.
Analizzando le categorie di prodotto le calzature (42,2% sul giro d’affari complessivo) sono aumentate del 4,1% a 297,3 milioni, mentre le vendite della pelletteria, che incidono per circa il 40% sulle vendite totali, sono salite del 6,9% a 280,9 milioni.
Per quanto riguarda i margini operativi, l’Ebitda adjusted, al netto dell’effetto dell’IFRS 16, è aumentato del 2,1% a 119 milioni, con un’incidenza sui ricavi al 16,9 per cento (-40 punti base).
L’Ebit adjusted, invece, si mantiene sostanzialmente stabile (-0,4%) a 85,1 milioni, con una marginalità al 13,3% (-60 punti base).
A fronte di oneri finanziari più che raddoppiati a 15 milioni e di un tax rate passato dal 26,8% al 23,9%, l’utile netto di pertinenza del gruppo risulta pari a 58,1 milioni (+1,1%).
Al 30 giugno 2019, il gruppo presenta liquidità finanziaria netta, al netto degli effetti dell’IFRS 16, pari a 141 milioni, aumentata di 28 milioni rispetto al dato di fine dicembre 2018.