Il board della maison del lusso di Salvatore Ferragamo ha approvato i conti sulla gestione del secondo trimestre 2019, chiusa con risultati prevalentemente sopra il consensus raccolto da Bloomberg che già prevedeva una contrazione dell’utile netto del gruppo.
Nel secondo trimestre 2018, i ricavi si sono attestati a 387,8 milioni, in aumento del 4,9% rispetto al pari periodo dell’esercizio precedente. Dall’analisi delle vendite per area geografica emerge una crescita dell’8,9% a 154,4 milioni in Asia Pacifico, che incide per il 42% sul giro d’affari complessivo. Aumenta il fatturato anche in in Europa (+3,3% a 97,2 milioni) e in Nord America (+0,7% a 87,4 milioni), il cui peso sulle vendite totali è rispettivamente del 25% e del 23 per cento.
Infine, in Centro e Sud America (5% dei ricavi complessivi) le vendite salgono del 13% a 20,1 milioni, mentre in Giappone (7% del fatturato totale) segnano un -2% a 28,6 milioni.
A livello di categoria merceologica, si segnala l’incremento dell’1,8% a 165,1 milioni delle calzature e del 5,7% a 155 milioni della pelletteria, entrambi prodotti di punta che pesano rispettivamente per il 43% e il 40% sul giro d’affari totale del gruppo.
Dall’analisi del fatturato per canale distributivo, emerge l’incremento del 3,4% a 242,4 milioni delle vendite dirette (63% del fatturato totale) e l’aumento dell’8,9% di quelle indirette wholesale (37% del giro d’affari complessivo), passate da 130 milioni a 141,6 milioni.
Al 30 giugno 2019, la rete distributiva del gruppo era composta da 661 negozi di cui 3977 a gestione diretta e 264 punti vendita monomarca operati da terzi nel canale wholesale, travel retail e nei principali department store.
Crescono entrambi i margini operativi rispetto al medesimo periodo di confronto, con l’Ebitda a 119,1 milioni (+41,5%) e l’Ebit a 72,7 milioni (+7,7%).
A fronte di un incremento degli oneri finanziari passati da 3,4 milioni a 9,1 milioni, il trimestre si è chiuso con un utile netto pari a 47,9 milioni. Un risultato inferiore alle previsioni degli analisti (50,3 milioni) e in flessione dello 0,9% rispetto ai 48,3 milioni di utile realizzati nel pari periodo del 2018.
Al 30 giugno 2019, il gruppo presenta liquidità finanziaria netta, escludendo l’effetto dell’IFRS 16, pari a 141 milioni, in calo di 38 milioni da fine marzo.