Il Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, sottolinea come l’utile netto dei primi sei mesi del 2019, pari a 2,3 miliardi, sia il migliore risultato dal 2008 e permetta di prevedere un significativo dividendo nell’ambito dell’80% di pay-out previsto dal piano.
“Siamo particolarmente soddisfatti del primo semestre 2019: in un contesto più complesso del previsto, Intesa Sanpaolo conferma la capacità di raggiungere risultati importanti, in linea con l’obiettivo di un utile netto superiore a quello del 2018.
L’utile netto dei primi sei mesi dell’anno, pari a 2,3 miliardi, è il miglior risultato dal 2008. Escludendo gli oneri relativi ai contributi versati a supporto del sistema bancario, l’utile netto si attesta a 2,5 miliardi.
Confermiamo, allo stesso tempo, un pay-out ratio dell’80% e siamo pertanto in linea con l’impegno di premiare i nostri azionisti con un significativo dividendo”.
Carlo Messina, archiviati i primi sei mesi dell’anno con un’ottima semestrale, ritiene sia possibile prevedere una crescita dell’utile accompagnata da un interessante dividendo anche per il 2019.
Nel 2018 l’utile netto dell’istituto si era attestato a 4 miliardi e il dividendo pagato era stato pari a 3,4 miliardi, in linea il 2017.
Il piano di impresa 2014-2017 aveva posto degli obiettivi in termini di dividendo in cifra assoluta, che erano stati poi superati dalla remunerazione garantita. Nel 2014 erano stati pagati 1,2 miliardi, 2,4 miliardi nel 2015 e 3 miliardi nel 2016.
Il piano di impresa 2018-2021, invece, prevede una distribuzione di dividendi cash corrispondenti a un pay-out ratio sul risultato netto pari all’85% per il 2018, all’80% per il 2019, al 75% per il 2020 e al 70% per il 2021.
Per riuscire a replicare il dividendo dello scorso anno, pari a 3,4 miliardi, la banca deve raggiungere nel 2019 un utile di 4,25 miliardi. Considerati i 2,3 miliardi realizzati nel primo semestre, l’obiettivo sembra più alla portata di mano.
Anche per la solidità del gruppo, caratterizzato negli ultimi anni da un forte miglioramento della qualità del credito.
“Siamo stati capaci di rafforzare ulteriormente il nostro bilancio: dopo 15 trimestri consecutivi di calo dal picco del 2015, lo stock dei crediti deteriorati è stato ridotto di 33 miliardi, al livello più basso dal 2009”, sottolinea Messina, che precisa: “Abbiamo raggiunto questo significativo obiettivo senza alcun costo per i nostri azionisti. Nei primi sei mesi abbiamo registrato il più basso flusso di crediti deteriorati del 1° semestre di sempre, grazie alla nostra capacità di gestire in maniera proattiva i crediti e grazie alla qualità delle nostre aziende clienti, attualmente molto più solide e profittevoli rispetto a quanto non fossero prima della crisi del 2008”.
Un percorso di miglioramento che sarà accelerato anche dall’intesa con Prelios nell’ambito della gestione delle inadempienze probabili, annunciata oggi.
“Si tratta di un’operazione innovativa, attraverso la quale confermiamo ancora una volta la nostra capacità di essere apripista nella gestione e riduzione dei crediti deteriorati, come già accaduto nella partnership con Intrum. In questo caso potremo, in aggiunta, impegnare centinaia di persone nella gestione proattiva del nostro portafoglio crediti”, osserva Messina, che spiega: “Aumentiamo inoltre la velocità di riduzione del nostro portafoglio di crediti deteriorati, già maggiore di quella indicata nel piano di impresa 2018-2021: in soli 18 mesi abbiamo raggiunto circa l’80% del target quadriennale”.
Il tutto accompagnato, ribadisce il Ceo di Intesa Sanpaolo, da “una solidità patrimoniale ben superiore ai requisiti regolamentari, in aumento e ai vertici del settore in Europa. Il Common Equity Tier 1 ratio, a fine giugno, si colloca al 13,9% e mostra un eccesso di circa 460 punti base rispetto a quanto richiesto. Abbiamo più di 12 miliardi di capitale in eccesso, a fronte dei 13,4 miliardi di dividendi cash pagati negli ultimi 5 anni”.
Messina evidenzia il ruolo di “acceleratore della crescita in Italia” della banca. “Nel primo semestre 2019 in Italia le erogazioni a medio e lungo termine a famiglie e imprese sono state pari a 21,5 miliardi e nel semestre abbiamo aiutato circa 10.000 aziende a tornare in bonis”, aggiunge il manager.
“Per Intesa Sanpaolo il concetto della creazione di valore va interpretato in una chiave ampia: essere una banca tra le più solide e profittevoli in Europa significa essere il motore dell’economia sociale del nostro Paese e promuovere un grande progetto per l’inclusione economica e per la lotta alla povertà”, sottolinea Messina, che ricorda le numerose iniziative della banca per il sostegno dei bisognosi, degli studenti e dell’arte.