Prima Industrie ha chiuso il primo semestre del 2019 registrando ricavi consolidati per 214,8 milioni, sostanzialmente stabili rispetto all’esercizio precedente (-0,9%).
A livello di aree di business, Prima Power ha contribuito al fatturato complessivo per 199,6 milioni (stabile rispetto al primo semestre 2018), mentre il segmento Prima Electro ha registrato un -10% a 27,2 milioni.
Dal punto di vista geografico, sostanzialmente stabile a 30,6 milioni il giro d’affari dell’area Apac, mentre i ricavi Emea sono diminuiti da 139 a 133,6 milioni. Tale calo è stato in parte bilanciato dalla crescita da 47,3 a 50,6 milioni delle Americas grazie all’andamento favorevole dei cambi.
Sotto il profilo operativo, l’Ebitda risulta sostanzialmente stabile a 18,6 milioni con una marginalità all’8,7% (+10 basis point) e comprensivo di costi non ricorrenti per 1,2 milioni, al netto dei quali l’Ebitda margin sarebbe risultato del 9,2 per cento.
L’Ebit invece ha registrato un calo del 40% a 6,5 milioni con una marginalità al 3% (-200 basis point) per via di maggiori ammortamenti nonché di svalutazioni conseguenti a impairment test, al netto delle quali l’Ebit adjusted risulta pari a 8,8 milioni (4,1% dei ricavi).
L’utile ante imposte si attesta quindi a 3,2 milioni, in netta diminuzione rispetto ai 12,2 milioni dei primi sei mesi del 2018 che includevano una plusvalenza da 7,2 milioni per la cessione della partecipazione in EPS SA.
Il gruppo ha quindi chiuso il primo semestre 2019 con un utile netto in calo dell’84% a 1,8 milioni (2,1 milioni escludendo gli effetti dovuti all’applicazione dell’IFRS 16) penalizzato anche da impairment per 1,2 milioni. Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è aumentato a 106,7 milioni rispetto ai 75,5 milioni del 30 giugno 2018 e ai 74,6 milioni di fine dicembre 2018, con un impatto di 26,1 milioni dovuto all’applicazione dell’IFRS 16.
Una dinamica legata a un temporaneo aumento del capitale circolante, principalmente dovuto all’aumento del magazzino causato dall’inatteso calo degli ordini. A tal riguardo la società ha avviato iniziative tese a ripristinare, entro la fine dell’esercizio, i normali livelli di circolante e a ridurre il livello di indebitamento.
Infine, nel corso dei primi sei mesi dell’anno, l’acquisizione ordini del gruppo è stata pari a circa 190 milioni, in diminuzione del 21% su base annua, mentre il portafoglio ordini (non inclusivo della componente after-sale) al 30 giugno 2019 ammonta a 136 milioni rispetto ai 192 milioni dello scorso anno.
Alla luce di uno scenario di mercato ancora incerto, Prima Industrie ha rivisto al ribasso la guidance 2019, con un fatturato annuo atteso a 420-440 milioni (in calo dai 467 milioni del 2018) e un Ebitda margin pari a circa il 9% rispetto alla precedente indicazione di risultati in linea al 2018.