Buzzi Unicem ha chiuso il primo semestre del 2019 con risultati superiori alle attese grazie al miglioramento della performance operativa e al contributo positivo dei cambi. I ricavi sono cresciuti del 14% a 1.519 milioni, mentre l’Ebitda ha segnato un balzo del 27% a 289 milioni con un margine migliorato di 200 punti base. Il periodo si è chiuso con un utile netto in aumento del 9,5% a 135 milioni. Dal lato patrimoniale, si riduce l’indebitamento nonostante l’impatto negativo dell’IFRS 16. Alla luce di questi risultati, il management ha rivisto al rialzo la guidance 2019.
Nei primi sei mesi dell’anno, il giro d’affari di Buzzi Unicem è cresciuto del 13,6% a 1.519 milioni rispetto al 1H 2018, beneficiando dell’incremento dei volumi e dell’effetto valutario positivo per 37,7 milioni.
A parità di cambi, il fatturato mostra un incremento del 10,2% grazie principalmente alle maggiori vendite di cemento (+7,1% a 13,9 milioni di tonnellate) in tutte le aree geografiche, ed eccezione della leggera flessione di Lussemburgo e Repubblica Ceca.
L’andamento del cemento ha più che compensato la leggera flessione del calcestruzzo (-0,5% a 5,8 milioni di tonnellate), dove la crescita di Usa, Benelux e Germania è stata controbilanciata dal calo della produzione in Repubblica Ceca, Polonia e Ucraina.
Nella gestione operativa, l’Ebitda è aumentato del 26,9% a 289 milioni, con un’incidenza sul fatturato salita al 19% (+200 basis point) grazie al miglioramento rilevato in tutte le aree geografiche ad eccezione di Usa e Repubblica Ceca.
La gestione operativa ha anche beneficiato dell’effetto valutario positivo per 9 milioni e dell’introduzione dell’IFRS 16 per 12,3 milioni.
Al netto dell’effetto valutario e della variazione del perimetro per l’acquisizione di Seibel & Söhne, l’Ebitda mostra comunque un incremento del 23,2 per cento.
L’Ebit è invece aumentato del 34,2% a 166 milioni, con un margine del 10,9% (+170 basis point), nonostante i maggiori ammortamenti saliti da 104 a 123 milioni.
Il semestre si è chiuso con un utile netto di competenza dei soci pari a 135 milioni, in crescita del 9,5% rispetto ai 123 milioni rilevati nel 1H 2018.
Il minore progresso percentuale rispetto alla gestione operativa è spiegato dal minor contributo delle partecipazioni valutate a patrimonio netto e dai maggiori oneri finanziari netti, la cui variazione è legata alla valutazione dei derivati.
Dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto è diminuito a 819 milioni, incluso l’impatto negativo per 93,5 milioni dovuto all’IFRS 16, rispetto agli 890,5 milioni di fine 2018.
Al netto degli effetti del nuovo principio contabile, l’indebitamento mostra quindi una riduzione di 165 milioni a 725,5 milioni.
Alla luce dei risultati sopra le attese rilevati nel semestre, che ha beneficiato di un trimestre invernale molto positivo e del contributo favorevole dei cambi, il management ha rivisto al rialzo la guidance per l’esercizio 2019.
L’Ebitda ricorrente è ora stimato in crescita del 10% rispetto al +5/8% atteso in precedenza.