Banca Ifis ha chiuso il primo semestre 2019 con un margine di intermediazione pari a 279,2 milioni (+0,4% rispetto al periodo di confronto), mentre l’utile netto si è fissato a 68,3 milioni (+3,2% rispetto al primo semestre 2018).
“In questi primi sei mesi dell’anno la banca ha ben performato in tutte le principali attività evidenziando un business solido e risultati in linea con le aspettative”.
È con queste parole che Luciano Colombini, Ad di Banca Ifis, ha commentato i risultati del primo semestre 2019.
“Sul fronte Pmi siamo oggi ben posizionati e competitivi mentre per quanto riguarda il business Npl, in questa prima metà del 2019, il gruppo Banca Ifis ha firmato contratti di acquisizione per 700 milioni di nuovi Npl unsecured”, ha aggiunto il manager.
“Con il team stiamo già tracciando le linee guida del nuovo piano industriale che presenteremo questo autunno”, ha concluso Colombini.
Il margine di intermediazione si è fissato a 279,2 milioni (+0,4% rispetto al periodo di confronto).
Per quanto riguarda il contributo al giro d’affari delle singole macroaree di business, il settore imprese ha riportato un margine di intermediazione pari a 152,5 milioni (-7,6% rispetto alla prima metà del 2018).
Nello specifico, quest’area di business ha contribuito per 115,1 milioni (-0,5% a/a) al margine di interesse e per 43,8 milioni (+7,5% rispetto al primo semestre 2018) alla componente commissionale. Si ricorda che questa attività è a sua volta suddivisa nei sottosettori relativi al factoring, ai crediti commerciali, al corporate banking, al leasing e ai crediti fiscali.
In crescita il contributo della divisione Npl, che ha realizzato un margine di intermediazione pari a 127,7 milioni (+7% rispetto al periodo di confronto). Tale area ha beneficiato dell’apporto positivo legato al consolidamento della neo acquisita Fbs.
In particolare, tale business ha apportato 17,2 milioni (-0,3% su base annua) al margine di interesse e 2,8 milioni alle commissioni nette (-0,2 milioni nel periodo di confronto).
Infine, il settore Governance & Servizi, che fornisce supporto al core business, ha registrato un margine di intermediazione leggermente negativo di 1,9 milioni (+0,9 milioni nei primi sei mesi del 2018), con un contributo lievemente negativo di -0,3 milioni al margine di interesse (nullo nel periodo di confronto) e di -0,2 milioni alle commissioni nette (-1 milione nel primo semestre 2018).
I costi operativi sono scesi a 132,9 milioni (-8,4% a/a). Nel dettaglio, le spese per il personale sono aumentate a 64,2 milioni (+15,7% su base annua) per la crescita dei dipendenti dopo l’entrata nel perimetro di Fbs e Credifarma, mentre gli altri costi sono scesi a 68,7 milioni (-23,4% rispetto al periodo di confronto), includendo gli effetti dell’attivazione delle garanzie a fronte della chiusura di alcuni contenziosi fiscali per 38,5 milioni.
Dinamiche che hanno portato a un risultato lordo di gestione pari a 146,3 milioni (+10% rispetto al primo semestre 2018).
Dopo rettifiche su crediti calate a 35 milioni (-12,5% rispetto al periodo di confronto), il risultato netto di gestione si è fissato a 111,3 milioni (+19,7% a/a).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 68,3 milioni (+3,2% rispetto al primo semestre 2018).
A livello patrimoniale, al 30 giugno 2019, gli impieghi si sono attestati a 9 miliardi (+5,4% rispetto a fine 2018), sostenuti dalla leggera crescita dei crediti verso clientela (+0,4% rispetto a fine 2018) a 7,3 miliardi e da maggiori crediti verso banche (726 milioni contro i 591 milioni al 31 dicembre 2018).
In crescita anche la raccolta a 8 miliardi (+6,8% rispetto a fine 2018), con i debiti verso clienti cresciuti a 5,1 miliardi (+8,5% rispetto al 31 dicembre 2018) e maggiori titoli in circolazione (+6,2% rispetto a fine 2018) a 2,1 miliardi.
In termini di solidità patrimoniale, senza il consolidamento in La Scogliera (holding cui fa capo oltre il 50% della banca), al 30 giugno il Cet1 si attesta al 14,03% (13,74% al 31 dicembre 2018).