Mercati Usa – Prevista apertura in rimonta

I futures sull’azionario Usa guadagnano lo 0,8-1%, preannunciando una partenza con rimbalzo a Wall Street dopo il sell off che ha colpito i mercati nella seduta di ieri.

I listini americani, infatti, sono reduci dalla peggior sessione da inizio anno in scia all’acuirsi delle tensioni commerciali, registrando un’impennata della volatilità. Il Dow Jones ha perso il 2,9%, lo S&P 500 il 3% e il Nasdaq il 3,5 per cento.

Ad offrire parziali rassicurazioni contribuisce il recupero dello yuan cinese dopo i minimi toccati ieri, grazie all’intervento di Pechino mirato a prevenire ulteriori svalutazioni del cambio con il dollaro.

I rapporti tra Stati Uniti e Cina rimangono comunque tesi, con Washington che ha designato il paese asiatico come “manipolatore valutario” dopo che la Pboc ha lasciato deprezzare la propria moneta oltre quota 7 dollari per la prima volta in dieci anni.

Una mossa definita una “grave violazione” dal presidente americano Donald Trump e che potrebbe portare alla richiesta dell’amministrazione Usa di azioni correttive al Fondo monetario internazionale, nonostante Pechino abbia smentito le accuse dichiarando che non intende usare il tasso di cambio come uno strumento nell’escalation del conflitto commerciale.

Ad alimentare ulteriormente le tensioni è poi arrivata la conferma della Cina alla sospensione degli acquisti di prodotti agricoli americani, oltre agli attacchi della stampa cinese che ha accusato gli Stati Uniti di stare “deliberatamente distruggendo l’ordine internazionale”.

In seguito ai recenti sviluppi, Goldman Sachs ha detto di non aspettarsi più un accordo commerciale prima delle elezioni Usa di novembre 2020, aggiungendo di attendersi altri due tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.

La banca centrale americana è tornata inoltre nel mirino di Trump, secondo il quale sarebbe necessario un intervento in risposta alle ultime azioni della Cina. A tal proposito, i quattro ex presidenti della Fed ancora in vita, Paul Volcker, Alan Greenspan, Ben Bernanke e Janet Yellen, hanno firmato un appello per enfatizzare l’indipendenza dell’istituto di Washington.

“È fondamentale permettere alla Fed di agire nei migliori interessi dell’economia, libera da pressioni politiche di breve termine”.