Nel finale di seduta le principali piazze europee virano in territorio negativo, con Milano che chiude le contrattazioni a 20.631 punti a -0,7%, dopo una giornata in cui gli scambi si erano mantenuti per la maggior parte del tempo sopra la parità.
Il Dax di Francoforte ha ceduto lo 0,8%, l’Ibex 35 di Madrid lo 0,7%, il Ftse 100 di Londra lo 0,7% e il Cac 40 di Parigi lo 0,1 per cento. Intorno all’orario di chiusura di Milano, Wall Street viaggia ancorain frazionale rialzo, riducendo tuttavia i guadagni rispetto all’inizio della seduta: Dow Jones +0,2%, S&P 500 (+0,3%) e Nasdaq (+0,4%).
Gli operatori continuano ad essere preoccupati dalla crescente escalation di tensioni tra Usa e Cina, nonostante l’avvio di seduta sia stato caratterizzato da un generale miglioramento del sentiment sulle diverse piazze, complice l’intervento della Pboc per frenare la discesa della propria moneta.
L’intervento della Banca Popolare Cinese sembrava avere smorzato le tensioni, dopo la decisione di Pechino di lasciare deprezzare lo yuan oltre quota 7 nei confronti del dollaro in risposta alle minacce di Donald Trump sull’introduzione di nuovi dazi a partire dal 1° settembre.
Una svalutazione che lo stesso Trump non ha tardato a definire una “grave violazione”, che potrebbe spingere l’amministrazione Usa a richiedere azioni correttive al Fondo Monetario Internazionale. Questo nonostante il governatore della Banca centrale cinese, Yi Gang, abbia dichiarato che il Paese non userà il tasso di cambio come uno strumento nell’escalation dello scontro con gli Usa.
Nel frattempo, in Europa torna di attualità la questione Brexit. Il premier britannico, Boris Johnson, vorrebbe rinegoziare l’accordo con l’UE firmato da Theresa May, evitando il backstop sul confine irlandese. Bruxelles non sembra tuttavia intenzionata a fare sconti, aumentando di conseguenza le possibilità per Londra di procedere a una Hard Brexit.
Tra le materie prime, ritorna a salire l’oro a 1.485,05 dollari l’oncia (+0,6%), mentre scendono le quotazioni del greggio, con il Brent e il Wti rispettivamente a 59,56 dollari al barile (-0,4%) e 54,47 dollari al barile (-0,4%).
Sul Forex, il dollaro guadagna terreno nei confronti della divisa europea a 1,1194 e dello yen a 106,42.
Sull’obbligazionario, il rendimento del decennale italiano si attesta all’1,51%, con il relativo spread verso il Bund tedesco a 205 punti base.
Tornando a Piazza Affari, denaro su Fineco all’indomani dei conti della semestrale (+2,2%). Acquisti anche su Buzzi Unicem (+2,2%) e Diasorin (+1%). Vendite, invece, su Tenaris (-2,3%), Cnh (-2,4%) e Pirelli (-2,7%).