Sabaf ha chiuso il primo semestre 2019 con ricavi in calo dell’1,6% a 74,8 milioni (-7,8% a parità di area di consolidamento).
A livello di aree geografiche, buone performance in Nord America e Asia, mercati in cui il gruppo continua gradualmente ad aumentare la propria market share. D’altro lato, si rileva la debolezza del mercato turco, la crisi dell’area mediorientale (per il noto contesto politico-economico) e un trend in ulteriore rallentamento dei clienti italiani.
Per quanto riguarda le categorie di prodotto, bene le cerniere e i bruciatori professionali, mentre i rubinetti denotano una marcata debolezza. Le vendite di componenti elettronici, in progressivo miglioramento, si attestano su valori in linea con le attese.
In calo i margini operativi, con la contrazione dei volumi di produzione più che proporzionale rispetto alla diminuzione delle vendite e il conseguente basso livello di saturazione degli impianti che hanno penalizzato la redditività
L’Ebitda ha segnato un -15,6% a 12,9 milioni, con una marginalità al 17,2% (-290 punti base), mentre l’Ebit è diminuito del 30,4% a 6,3 milioni, con un’incidenza sul fatturato all’8,4% (-350 punti base).
Il semestre si è chiuso con un calo dell’utile netto del 51,4% a 3,5 milioni, complici anche perdite su cambi per 1 milioni rispetto a utili per 1,1 milioni nel pari periodo 2018.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è diminuito a 50,3 milioni dai 53,5 milioni al 31 dicembre 2018, con il free cash flow per 10,4 milioni e il miglioramento del capitale circolante legato all’ottimizzazione delle scorte che hanno compensato il pagamento di 6,1 milioni di dividendi e gli investimenti per 4,1 milioni.
Nel corso del semestre, infatti, il gruppo ha implementato con successo progetti di lean manufacturing per la revisione dei flussi logistici e produttivi, al fine di contenere i costi operativi e ridurre il livello delle scorte. Tali progetti hanno portato a un miglioramento del capitale circolante e a una forte generazione di cassa.