I futures sull’azionario Usa scambiano in ribasso dello 0,4-0,5%, preannunciando una partenza negativa a Wall Street che si prepara a registrare il settimo declino nelle ultime otto sessioni.
Gli investitori continuano infatti a riprezzare gli asset rischiosi, in un contesto di crescenti preoccupazioni che il conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina si trasformi in una guerra valutaria spingendo l’economia globale in recessione nel breve periodo.
Ieri i principali indici americani hanno chiuso in rialzo, recuperando però solo la metà delle perdite registrate nella giornata precedente dopo aver archiviato lunedì la peggior seduta dell’anno. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,2%, lo S&P 500 l’1,3% e il Nasdaq l’1,4 per cento.
Prosegue lo scontro tra le due principali economie mondiali dopo che Pechino ha lasciato deprezzare la propria moneta sotto la soglia di 7 dollari, in una decisione che ha portato Washington ha designare la Cina come un “manipolatore valutario”.
Una mossa che secondo alcuni operatori suggerisce che il paese asiatico abbia bisogno di indebolire lo yuan per mitigare gli effetti delle tariffe americane, oltre a mostrare l’insistenza di Pechino per essere trattata alla pari nei negoziati commerciali con gli Usa.
Intanto i dati sulla produzione industriale tedesca diffusi in mattinata hanno evidenziato il maggior declino su base annuale dal 2009, offrendo un’ulteriore indicazione di come il conflitto sui dazi tra Stati Uniti e Cina stia penalizzando l’economia globale.
Per quanto riguarda l’azionario, Disney cede circa il 5% nel premarket, dopo aver presentato una trimestrale inferiore alle attese.