Credem ha archiviato il secondo trimestre con un margine di intermediazione salito a 300,1 milioni (+15,8% a/a), sostenuto dalle commissioni nette (+19,5% su base annua a 124,4 milioni) e dal margine di interesse (+7,7% a 127,3 milioni rispetto al secondo trimestre 2018). L’utile netto è balzato a 56,6 milioni (+39,8% rispetto al periodo di confronto), grazie all’attento controllo dei costi e nonostante maggiori rettifiche su crediti.
Il secondo trimestre di Credem è stato contraddistinto da ricavi e margini cresciuti a doppia cifra.
Il margine di intermediazione si è attestato a 300,1 milioni (+15,8% su base annua), sostenuto dalla componenti core.
Il margine di interesse è salito a 127,3 milioni (+7,7% rispetto al secondo trimestre 2018), grazie a una solida crescita dei prestiti.
Le commissioni nette sono aumentate a 124,4 milioni (+19,5% a/a), spinte dall’asset management e dal brokerage.
I profitti da trading sono diminuiti a 1,4 milioni (-68,9% rispetto al second trimestre 2018), sui quali pesa l’attività di copertura.
I costi operativi sono cresciuti meno che proporzionalmente rispetto alla crescita dei ricavi a 201,5 milioni (+2,5% a/a). Nello specifico, le spese per il personale sono aumentate a 129,6 milioni (+5,4% su base annua), mentre gli altri costi sono diminuiti a 71,9 milioni (-2,3% rispetto al secondo trimestre 2018), nonostante le maggiori rettifiche su attività materiali.
Tali dinamiche hanno portato ad un risultato lordo di gestione balzato a 98,6 milioni (+57,3% rispetto al periodo di confronto).
Dopo avere spesato maggiori rettifiche su crediti pari a 13,8 milioni (8 milioni nel periodo di confronto) e il saldo negativo della gestione assicurativa per 5,8 milioni (positiva per 6,2 milioni nel periodo di confronto), il risultato netto di gestione si è attestato a 79 milioni (+30% a/a).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 56,6 milioni, a fronte dei 40,5 milioni del secondo trimestre 2018.