Emak ha chiuso il primo semestre del 2019 registrando ricavi consolidati in calo dell’8,8% a 243 milioni, principalmente a causa della contrazione dei volumi.
Il mercato è stato caratterizzato da una ritardata partenza del sell-out di macchine e accessori per giardinaggio dovuta alle condizioni meteo, nonché dall’incertezza derivante dalle tensioni geopolitiche e dalla guerra dei dazi.
A livello operativo, l’Ebitda adjusted è calato del 18,8% a 31,1 milioni, con una marginalità dell’11,6% (-280 basis point), con l’applicazione del nuovo principio IFRS 16 che ha comportato un effetto positivo per 2,9 milioni.
L’Ebit ha registrato una diminuzione del 39,2% a 17,9 milioni con un ros del 7,4% (-370 basis point), appesantito anche da svalutazioni per 2,1 milioni.
Il gruppo ha chiuso i primi sei mesi dell’esercizio con un utile netto più che dimezzato a 10,5 milioni (-52,4%), complici anche maggiori oneri finanziari 2019 derivanti dall’applicazione dell’IFRS 16. Da sottolineare inoltre che il risultato del pari periodo 2018 aveva beneficiato della contabilizzazione di una plusvalenza finanziaria pari a 2,5 milioni.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è aumentato a 169,1 milioni rispetto ai 117,4 milioni di fine dicembre 2018, di cui 32,8 milioni derivanti dall’applicazione del suddetto IFRS 16.
Inoltre, la società ha effettuato nel corso del primo semestre investimenti per 9,3 milioni, legati allo sviluppo di nuovi prodotti, all’implementazione del sistema ERP e alla realizzazione del nuovo centro R&S presso la capogruppo.
Infine, il management ritiene che nel secondo semestre la società sarà in grado di recuperare buona parte del ritardo nelle vendite cumulato nei primi sei mesi del 2019, grazie al consolidamento dei nuovi prodotti e a più aggressive iniziative commerciali.