Mercati – Milano chiude a 20.263 punti (-0,3%)

Chiudono sotto la parità le principali piazze del Vecchio Continente in una seduta caratterizzata da volumi tipici del periodo estivo e che continua a scontare gli ultimi risvolti commerciali tra Usa e Cina.

Milano chiude in frazionale ribasso (-0,3%), cedendo lo in area 20.263 punti. Il Dax di Francoforte ha invece lasciato sul terreno lo 0,1%, il Cac40 di Parigi lo 0,3%, l’Ibex35 di Madrid lo 0,7% e il Ftse 100 di Londra lo 0,4%.

I principali indici europei, che nel corso della seduta hanno vanificato il tentativo di recupero dopo il rosso di venerdì, sono stati appesantiti dall’andamento ribassista di Wall Street: intorno alle ore 18:00 il Dow Jones cede infatti lo 0,8%, lo S&P500 lo 0,7% e il Nasdaq lo 0,6%.

Le vicende Usa-Cina e i conseguenti timori riguardanti un rallentamento dell’intera economia mondiale preoccupano gli operatori e alimentano le prospettive di un intervento accomodante delle banche centrali.

Donald Trump ha affermato che i negoziati tra le due superpotenze in programma a settembre potrebbero essere annullati e secondo Goldman Sachs risulterebbe alquanto improbabile il raggiungimento di un’intesa prima delle presidenziali USA del 2020.

Prosegue nel frattempo la crisi di governo in Italia. E’ in corso da oggi pomeriggio la conferenza dei capigruppo del Senato per decidere il calendario del voto per la mozione di sfiducia della Lega nei confronti del premier Giuseppe Conte.

Nel frattempo il rendimento del decennale italiano scende al 1,75%, con il relativo spread a 235 punti dopo aver scongiurato, lo scorso fine settimana, il downgrade di Fitch.  La società di rating ha al tempo stesso sottolineato le preoccupazioni legate all’elevato debito pubblico, alla debole crescita economica e all’incertezza politica.

Sul forex, il dollaro continua ad arretrare rispetto alla divisa europea a 1,1210 e lo yen a 105,39.

Tra le materie prime, il WTI risale a 54,59 dollari al barile (+0,2%) mentre il Brent si mantiene stabile a 58,53 dollari al barile. Prosegue il rialzo dell’oro a 1.516,25 dollari l’oncia.

Tornando a Piazza Affari, si posiziona in testa Campari (+2,9%) e Ferrari (+1,3%). Debole Tenaris (-2,5%) appesantita dopo la disfatta di Macri in Argentina e il calo del numero delle trivelle negli States.