Creval ha archiviato il primo semestre 2019 con un margine di intermediazione pari a 331,2 milioni (-2,9% a/a), per via di minori commissioni nette (-11,2% a 123,8 milioni), parzialmente compensate da maggiori ricavi da trading (+38,3% a 22,8 milioni) che hanno beneficiato della plusvalenza su Nexi. Il periodo si è chiuso in utile per 23,5 milioni (0,8 milioni nel primo semestre 2018) grazie a una forte contrazione dei costi.
“Siamo in piena fase di esecuzione del piano industriale, abbiamo chiuso con un buon risultato il primo semestre e abbiamo già creato le condizioni per la cessione di Npl grazie anche ai proventi straordinari contabilizzati nel semestre, ai quali si aggiungerà in prospettiva la plusvalenza realizzata con la cessione del ramo di attività del credito su pegno siglata”.
È con queste parole che Luigi Lovaglio, Ad di Creval, ha commentato i risultati del primo semestre.
“La riduzione degli Npl è uno dei principali pilastri del piano, ora ci possiamo focalizzare pienamente sulla redditività con lo sviluppo dell’attività commerciale, che già nel corso del primo semestre ha mostrato segnali positivi, in particolare sul lato della raccolta con una crescita a doppia cifra dei depositi da inizio anno”, ha concluso il manager.
Il margine di intermediazione si è attestato a 331,2 milioni (-2,9% rispetto al corrispondente periodo del 2018).
Il margine di interesse è rimasto essenzialmente stabile a 178,6 milioni (-0,2% a/a), nonostante l’impatto negativo derivante dalla prima applicazione del principio contabile Ifrs 16 a partire dal 1° gennaio 2019.
Le commissioni nette sono scese a 123,8 milioni (-11,2% a/a), in seguito principalmente ad una riduzione delle commissioni up-front, particolarmente elevate nel primo semestre 2018.
I ricavi da trading sono saliti da 16,5 milioni a 22,8 milioni, beneficiando della plusvalenza legata alla cessione della quota in Nexi.
I costi operativi sono calati a 234 milioni (-23,8% a/a). Le spese per il personale sono diminuite a 136,8 milioni, dai 193,4 milioni del periodo di confronto, che spesava anche il costo relativo al piano di esodi anticipati.
In contrazione gli altri costi, che si sono fissati a 97,2 milioni (-14,4% rispetto al primo semestre 2018), in seguito sia all’applicazione del principio contabile Ifrs 16 che a risparmi di spesa connessi ad interventi di efficientamento.
Tali dinamiche hanno portato a un risultato lordo di gestione pari a 97,2 milioni, che si confronta con i 34 milioni dei primi sei mesi del 2018.
Le rettifiche su crediti sono ammontate a 101,9 milioni, a fronte di riprese di valore per 22,2 milioni nel primo semestre 2018 (dovute all’applicazione del principio contabile Ifrs9), per via di rettifiche straordinarie volte al rafforzamento delle coperture finalizzato alla cessione di Npl prevista nel piano industriale 2019-2023.
Il risultato netto di gestione è risultato leggermente negativo per 4,7 milioni (+56,2 milioni nello stesso periodo del 2018).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 23,5 milioni, a fronte di 0,8 milioni realizzati nella prima metà del 2018.
A livello patrimoniale, al 30 giugno 2019 Creval presenta attivi per un totale di 25 miliardi, (-5,5% rispetto a fine 2018) per via di minori crediti verso clienti (paro a 19,8 miliardi, -7,7% rispetto al 31 dicembre 2018).
Un calo legato all’azzeramento dei pronti contro termine (435,7 milioni a fine 2018) e ad un’attività commerciale maggiormente focalizzata sulla clientela retail che ha comportato un aumento degli impieghi verso quest’ultima dello 0,9% e un calo nelle esposizioni verso la clientela corporate e istituzionale del 5,2 per cento.
I crediti deteriorati netti al 30 giugno si attestano a 794,4 milioni (coverage ratio del 58,9%), al cui interno le sofferenze ammontano a 161 milioni (con un grado di copertura dell’81,4%) e le inadempienze probabili a 576 milioni (con un coverage ratio del 42,3%).
La raccolta diretta da clientela, esclusi i pronti contro termine, è pari a 17,3 miliardi, in crescita del 6,7% rispetto a fine 2018 grazie all’aumento dei depositi, che hanno beneficiato della politica commerciale posta in essere nel semestre.
Forte solidità patrimoniale, con il Cet1 ratio che al 30 giugno 2019 si è fissato a 14% (13,5% a fine 2018).