Banca Profilo ha archiviato il primo semestre 2019 con un margine di intermediazione pari a 32 milioni (+16,5% rispetto allo stesso periodo del 2018), con il risultato lordo di gestione che si porta a 5,5 milioni (+54,2% a/a). L’utile netto si è attestato a 4,2 milioni, in progresso del 39,3% rispetto al primo semestre 2018.
Il primo semestre 2019 di Banca Profilo è stato contraddistinto da un aumento del giro d’affari, accompagnato da un aumento meno che proporzionale dei costi operativi.
I dati al 31 marzo 2018 non includono i valori della società svizzera Dynagest, entrata nel perimetro di consolidamento in data 2 luglio 2018, a seguito dell’acquisizione da parte di BPdG.
Il margine di intermediazione, nel primo trimestre 2019, è salito a 32 milioni (+16,5 % rispetto al periodo di confronto) per via dell’aumento dei ricavi registrati nel Private & Investment banking di Banca Profilo e nella controllata estera BPdG.
Il margine di interesse è in linea a 7,8 milioni (+0,3% a/a), grazie principalmente al maggiore contributo derivante dal portafoglio titoli HTC.
Le commissioni nette sono aumentate a 14,5 milioni (+29% su base annua), per effetto di maggiori commissioni di collocamento nel private banking, commissioni correlate all’operatività nell’investment banking, e di quelle della controllata svizzera a seguito del consolidamento di Dynagest.
L’attività di trading ha fatto registrare perdite per 6,7 milioni contro il rosso di 1 milione dei primi sei mesi del 2018, su cui ha pesato il risultato netto dell’attività di negoziazione negativo per 9 milioni (in linea al periodo di confronto) controbilanciato solo parzialmente dagli “utili da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al fari value con impatto sulla redditività complessiva”.
I costi operativi sono cresciuti a 26,5 milioni (+10,9% a/a). Al suo interno le spese per il personale sono salite a 15,6 milioni (+16,6% su base annua), con personale aumentato a seguito del consolidamento di Dynagest.
Gli altri costi sono saliti a 10,9 milioni (+3,7% rispetto al primo semestre 2018), al cui interno sono inclusi oneri di sistema per 0,8 milioni.
Il risultato lordo di gestione, in seguito a tali dinamiche, è salito a 5,5 milioni (+54,2% su base annua).
Dopo avere contabilizzato riprese di valore su crediti per 0,3 milioni (0,4 milioni nel periodo di confronto), il risultato netto di gestione si è attestato a 5,8 milioni (in linea con i primi sei mesi del 2018).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 4,2 milioni (+39,3%).
Dal lato patrimoniale, a fine giugno gli impieghi salgono a 2,3 miliardi (+7,5% rispetto al 31 dicembre 2018), mentre la raccolta cresce a 2,2 miliardi (+7,8 rispetto a fine 2018).
Sul fronte della solidità patrimoniale, al 30 giugno 2019 il Cet1 si fissa al 20% (19,2% al 31 dicembre 2018).