Il Ftse Italia Banche chiude con un rialzo dell’1% e “battendo” l’omologo europeo (+0,1%), tenendo a galla anche il Ftse Mib (0,0%).
Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, anche se le due superpotenze si dicono disponibili a proseguire i negoziati.
Sul fronte italiano, martedì è scaduto del termine concesso dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ai partiti per cercare di arrivare alla formazione di un nuovo Governo ed evitare il ritorno anticipato alle urne. Il capo dello Stato ha dato poi avvio a una nuova tornata di consultazioni fino a ieri prima di prendere una decisione.
In particolare, sono il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle che hanno dialogato per vedere di riuscire a trovare una linea comune, con entrambi i partiti che si sono detti pronti a sostenere un nuovo esecutivo guidato da Giuseppe Conte.
In questo contesto, lo spread Btp-Bund si è ulteriormente ristretto in area 175 pb (fonte Mts Markets), supportando il comparto bancario.
Andamento nel complesso positivo per i titoli del Ftse Mib, tra i quali si mettono in luce Intesa Sanpaolo (+1%), che ha recentemente siglato un accordo con Prelios sugli Utp, e UniCredit (+1,8%), che secondo rumor starebbe valutando opzioni strategiche per la quota in Yapi.
Sul Mid Cap tengono Mps (+0,1%), che prosegue con il de-risking, Credem (0,0%) e Creval (+0,4%), mentre frena Popolare Sondrio (-0,6%), che secondo indiscrezioni di stampa è al lavoro con Bper (-0,7%) per valorizzare Arca.
Tra le Small Cap, è arrivato l’ok da parte della Bce sul piano di salvataggio di Carige, che rimane sempre sospesa dalle negoziazioni. Nei giorni scorsi la banca ligure ha poi convocato l’assemblea degli azionisti per il prossimo 20 settembre per deliberare sull’aumento di capitale da 700 milioni necessario per l’esecuzione del piano di salvataggio.