Il Ftse Italia Banche chiude la settimana con un balzo del 5,1% e sovra-performando di quasi tre punti percentuali l’omologo europeo (+2,2%), portandosi dietro anche il Ftse Mib (+4,1%).
Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, anche se le due superpotenze si dicono disponibili a proseguire i negoziati.
Sul fronte italiano, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito al premier uscente, Giuseppe Conte, l’incarico di formare un nuovo Governo, sostenuto da 5 Stelle e PD.
Conte ha poi avviato le consultazioni per definire il programma e la squadra dei ministri, mentre Luigi Di Maio, leader dei pentastellati, ha fissato alcuni punti fissi, richiamando l’ipotesi di ritorno alle urne in caso contrario.
In questo contesto, lo spread Btp-Bund si è progressivamente ristretto da 200 pb a 165 pb (fonte Mts Markets), sostenendo il comparto bancario.
In spolvero tutti i titoli del Ftse Mib, con Intesa Sanpaolo, UniCredit (che secondo rumor sta valutando opzioni strategiche sulla quota in Yapi), Ubi, Banco Bpm, Bper e Mediobanca che hanno registrato guadagni compresi tra i 3,5% e il 6,5 per cento.
Sul Mid Cap strappa Mps (+10,9%), che prosegue con il de-risking. Molto bene Creval (+3,4%) e Credem (+3%), seguite a distanza da Popolare Sondrio (+0,5%), che secondo indiscrezioni di stampa è al lavoro con Bper per valorizzare Arca.
Tra le Small Cap, è arrivato l’ok da parte della Bce sul piano di salvataggio di Carige, che rimane sempre sospesa dalle negoziazioni. Nei giorni scorsi la banca ligure ha poi convocato l’assemblea degli azionisti per il prossimo 20 settembre per deliberare sull’aumento di capitale da 700 milioni necessario per l’esecuzione del piano di salvataggio.