Zucchi – A luglio indebitamento finanziario netto sale a 40,2 milioni

In relazione alle disposizioni della Consob, la società dello storico marchio tessile italiano ha comunicato i dati relativi alla posizione finanziaria netta a fine luglio scorso.

A partire dal 1° gennaio 2019, la società ha adottato il nuovo principio contabile IFRS 16 Leases, che ha comportato un incremento della posizione finanziaria di 13,2 milioni a fine dello scorso giugno e di 13 milioni al 31 luglio 2019.

L’indebitamento finanziario netto della società, pari a 40,2 milioni, è salito di 0,6 milioni rispetto a fine giugno scorso (39,6 milioni) ed è aumentato di circa 11,4 milioni rispetto al 31 dicembre 2018 (28,7 milioni), per effetto del suddetto principio contabile.

In termini omogenei, escludendo l’applicazione dell’IFRS 16, l’indebitamento finanziario netto è diminuito da fine anno 2018 di circa 1,6 milioni a 27,2 milioni a fine luglio 2019.

Si ricorda che la remissione del debito da parte delle banche finanziatrici è giuridicamente efficace a far data dal 18 maggio 2016, avendo dato atto, la Banca Agente, dell’avveramento di tutte le condizioni sospensive. Giuridicamente, essendosi verificato il perfezionamento delle condizioni sospensive della remissione, questa è efficace e prevede che Zucchi abbia il diritto di non pagare il debito, che al momento ha formalmente cessato di esistere.

A seguito delle circostanze indicate in un articolo dell’Accordo di Ristrutturazione, la remissione del debito da parte  delle banche finanziatrici potrebbe venir meno.

Dalla disamina delle condizioni risolutive del suddetto Accordo è possibile affermare che il rischio di una risoluzione dello stesso si presenti quantomeno come remoto.

Senza la remissione del credito da parte delle banche finanziatrici, la posizione finanziaria netta al 31 luglio 2019 sarebbe pari a circa 89 milioni (78,3 milioni a fine 2018), inclusivo del debito trasferito di 30 milioni non correnti, da conferire con gli immobili nel SPV (Special Purpose Vehicle) o nel fondo immobiliare.

L’accordo di ristrutturazione del debito bancario prevedeva, infatti, la costituzione di una SPV alla quale la società avrebbe conferito il ramo d’azienda costituito da alcuni immobili di proprietà e da una parte, per 30 milioni, del debito della società nei confronti delle banche finanziatrici (oggi iscritto nella parte non corrente).