Moda (-1,2%) – Lettera sulle Big Cap, Ratti (+0,8%) la migliore del comparto

Nella seduta di ieri l’indice settoriale della moda ha terminato a -1,2%, al di sotto del corrispondente indice europeo di confronto (-0,4%).

L’attenzione degli investitori resta sui rapporti commerciali tra Washington e Pechino, in seguto all’introduzione di dazi statunitensi al 15% su beni cinesi per oltre 110 miliardi di dollari, a cui la Cina ha prontamente risposto con tariffe del 5% e del 10% su oltre 5 mila prodotti statunitensi, per circa 75 miliardi di dollari.

A ciò si aggiungono le vicende italiane con i riflettori puntati sul voto dei 5 Stelle tramite la piattaforma Rousseau, per dare il via libera al governo con il PD guidato da Conte.

Infine, in merito alla Brexit, il Parlamento britannico era chiamato a votare su una proposta di legge secondo la quale, in mancanza di un accordo con Bruxelles, l’uscita dall’Unione verrebbe rinviata oltre il termine del 31 ottobre.

Nel Ftse Mib Salvatore Ferragamo ha ceduto lo 0,2 per cento. Ad inizio ottava la maison di alta moda ha consolidato i suoi rapporti con il distretto economico di Jing’ An a Shanghai siglando il rinnovo dell’accordo di cooperazione a Milano in occasione dei 40 anni di relazioni commerciali con la metropoli cinese.

Maggiori i realizzi su Moncler, che ha ceduto l’1,7 per cento.

Seduta mista per le Mid Cap con Tod’s flat e Brunello Cucinelli a -1,5 per cento.

Ratti (+0,8%) si è presa la scena tra le Small Cap. Da inizio anno il titolo ha messo a segno un progresso del 68,2 per cento.

Prese di profitto su Safilo (-4,3%), dopo il convincente +9,1% di lunedì.