Uno spread contro Bund che scende a 152 punti base, frutto di tassi pagati sul debito sempre più bassi (il Btp decennale rende ormai circa 0,80%, il cinque un quarto di punto e il due anni meno 35 centesimi), è un ottimo viatico per l’esordio del secondo Governo Conte, un’ “apertura di credito” che il mercato concede alla neonata coalizione.
La spada di Damocle della base grillina, meglio di quella minoranza che si esprime attraverso la piattaforma Rousseau, ha validato senza riserva la scelta politica e ormai resta solo il compito per Giuseppe Conte di riempire le caselle dei dicasteri (almeno quelli più rilevanti) con figure di gradimento forse più a Bruxelles che ai due partiti stessi.
Nel frattempo, quella che si potrebbe definire la “fronda dei 21 tories ribelli” mette alle corde Boris Johnson, rendendone già traballare il recente insediamento a Downing Street, facendo passare la legge per arrestare il rischio di una no-deal Brexit. Unitamente al venire meno della maggioranza alla Camera Bassa per un cambio di casacca in corsa, le prospettive per il neo-premier si offuscano non poco. Basta guardare al movimento della sterlina, in deciso recupero, per comprendere quanto la cosa non sia sgradita ai mercati.
Bonificato il territorio, si spiana quindi il sentiero che porta alla riunione della Bce della prossima settimana dove potrebbero essere annunciate novità importanti e capaci di ridare ulteriore spinta ai listini più che all’economia lato sensu.
I dati di sentiment fino a questo momento non entusiasmano e nemmeno deludono, ma l’aggiornamento su quelli cosiddetti hard (i numeri veri) devono ancora arrivare e sarà indispensabile ascoltare quanto diranno o anticiperanno i banchieri centrali a commento dopo le scelte ufficiali di politica monetaria, ma anche e soprattutto in altre sedi istituzionali o meno.
Il dollaro corregge, ma si mantiene al di sotto di 1,10 mentre il T-bond conferma l’andamento piatto e la mancanza di pendenza tra il due e il dieci anni.
Il dato infine sui corporate high-yield esprime forte titubanza fermo al bivio se prendere una direzione che asseconda l’andamento dei tassi, come ha fatto negli ultimi giorni, o quella opposta dell’aumento di un premio al rischio, suggestionato dal movimento dei listini di borsa.