Nel secondo trimestre 2019 il gruppo La Doria ha riportato ricavi aumentati del 2,6% a 174,8 milioni.
Per contro, a livello di margini operativi, l’Ebitda ha segnato una contrazione del 2,6% a 11,9 milioni mentre l’Ebit è diminuito del 18,3% a 7,3 milioni, con i relativi margini in calo rispettivamente dello 0,4% e dell’1,1 per cento.
La voce ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni ha registrato un aumento del 39,6% a 4,6 milioni.
Tuttavia la presenza di proventi finanziari netti cresciuti del 78,2% a 2,6 milioni, unitamente ad una minore incidenza delle imposte, con un tax rate sceso del 6,7 per cento, hanno consentito al gruppo di chiudere il periodo in esame con un utile netto salito del 3,8% a 7,9 milioni.
Sul fronte patrimoniale l’indebitamento finanziario netto si è attestato a 107,2 milioni, in calo di 14,8 milioni rispetto a fine marzo 2019.
La società si attende un 2019 ancora sfidante a causa di una congiuntura di settore contraddistinta, da una parte, da una dinamica inflattiva per alcune materie prime, dall’altra dal basso livello dei prezzi di vendita per il perdurare della pressione sui fornitori da parte delle catene distributive.
D’altra parte, prevede un aumento dei volumi di vendita e un lieve rialzo dei listini, nonché l’esplicarsi dei primi effetti positivi degli investimenti avviati nel 2018 che andranno a pieno regime nel 2021.
In tale scenario di riferimento la società continuerà a lavorare sull’espansione dei volumi e sull’esecuzione del piano quadriennale degli investimenti, varato lo scorso anno, che vedrà impiegare risorse complessive per circa 125 milioni.
Il piano si pone quale obiettivo quello di crescere nei prodotti a più alto valore aggiunto che presentano tassi di crescita più significativi e livelli di marginalità più elevati e, allo stesso tempo, di rendere il gruppo sempre più competitivo nei costi attraverso lo sfruttamento delle economie di scala e il miglioramento dell’efficienza produttiva e logistica.