Eurotech – Conti brillanti nel semestre, una crescita sostenibile che viene da lontano

La scorsa settimana Eurotech ha diffuso i risultati del primo semestre 2019, chiuso con ricavi in aumento del 42% su base annua (+35,5% a cambi costanti), margini più che triplicati, un utile netto di 8,8 milioni (contro 1,9 milioni del corrispondente periodo del 2018) e una cassa netta di 1,3 milioni nonostante l’applicazione dell’IFRS16.

“Ci aspettavamo una crescita importante, a doppia cifra e i numeri ci hanno premiato anche in misura superiore alle attese degli analisti, per cui siamo molto soddisfatti”, afferma Roberto Siagri, Ad di Eurotech.

È una crescita che “viene da lontano”, come spiega il Ceo, frutto degli importanti investimenti effettuati nel passato e destinata a perdurare. “Nel corso degli anni abbiamo lavorato con dedizione per mettere a punto un insieme di prodotti e tecnologie in grado di affrontare la trasformazione digitale delle imprese. Adesso che le aziende cominciano ad investire abbiamo la trazione che ci aspettavamo, per cui i risultati sono senz’altro buoni”.

Inoltre, prosegue l’Ad, “la costante espansione del portafoglio ordini rafforza la nostra convinzione di essere sulla strada giusta, su quel percorso virtuoso di crescita sostenibile imboccato già dal secondo semestre del 2017”.

La raccolta ordini nel primo semestre è stata infatti del 27% superiore a quella del 1° semestre 2018, mentre gli ordini in portafoglio che possono generare fatturato entro l’anno sono, in valore, superiori del 30% rispetto a quelli in essere al 30 giugno 2018 e che hanno generato fatturato nel secondo semestre dello scorso esercizio.

Dal punto di vista geografico, le due aree che hanno contribuito maggiormente alla crescita complessiva del fatturato sono state l’area americana e quella europea (rispettivamente +74,9% e +42,4%), mentre il Giappone ha evidenziato risultati pressoché stabili.

Per quanto riguarda i segmenti di business, “la crescita ha interessato sia la parte storica dell’embedded computing, sia l’Internet of Things (IoT) e l’High Performance Embedded Computing (HPEC)”, sottolinea Siagri. La prima, specifica l’Ad, “pesa ancora intorno all’80% del fatturato e rimane importante. Dall’altro lato, il segmento HPEC e la componente di IoT crescono anch’essi a doppia cifra. Pertanto, ci aspettiamo di poter sostenere questo sviluppo nel medio periodo, anche in relazione all’andamento del nostro ordinato”.

Nel complesso i risultati di questi sei mesi, in continuità con i tre semestri precedenti, rappresentano un motivo di grande soddisfazione sia per il management sia per gli azionisti. Non è un caso che il titolo Eurotech abbia chiuso il 2018 con un guadagno del 140% e che da inizio 2019 le azioni mostrino un rialzo dell’81%, risultando ancora una volta tra i migliori stock di Borsa Italiana.

Una performance resa possibile anche dalla dimensione internazionale di Eurotech, che consente alla multinazionale friulana di porsi in controtendenza rispetto ai dati italiani.

“Abbiamo la fortuna di realizzare la maggior parte del fatturato tra America, Giappone e il resto d’Europa, di conseguenza non dipendiamo molto dall’economia italiana quanto dalle economie globali”, ricorda Siagri. “In questo modo siamo in grado di bilanciare meglio la crescita e godiamo di maggiori opportunità rispetto a chi opera esclusivamente sul mercato italiano”.

Da questo punto di vista è interessante notare come Eurotech non sia stata penalizzata dall’impatto delle tensioni commerciali fra Stati Uniti e Cina, che stanno appesantendo molte realtà internazionali, ma anzi possa uscirne persino rafforzata.

Come spiega Siagri, infatti, “la trade war sta spingendo molte aziende industriali, soprattutto in America, ma anche in Giappone e in Europa, a non comprare più dalla Cina, Paese che esercita una forte concorrenza nel settore dei computer e delle tecnologie, avvantaggiando aziende come Eurotech. Inoltre”, aggiunge l’Ad, “non siamo soggetti ai dazi perché non produciamo in Cina, a differenza di tanti grandi player focalizzati sul segmento consumer che hanno grandi attività di produzione dislocate sul territorio cinese”.

Infine, un altro elemento in apparenza negativo che potrebbe invece diventare favorevole, è “il rallentamento dell’economia tedesca, poiché spingerà le imprese a investire per riguadagnare competitività. Una recessione importante è senz’altro deleteria per tutti, ma una parziale frenata può essere di buon auspicio, soprattutto per realtà come noi posizionate sul lato della trasformazione digitale delle imprese”, conclude Siagri.