Officina Stellare – Un business redditizio, con una domanda crescente

“Spingere l’acceleratore sulla divisione Space, in particolare sull’attività di osservazione della terra dall’orbita, affermarsi nel trasporto dell’informazione tramite Laser Communication, promettente business del futuro, e rafforzare il settore Difesa”. Aree d’affari in deciso sviluppo la cui crescente domanda sarà soddisfatta grazie agli investimenti resi possibili dai capitali derivanti dall’Ipo.

Officina Stellare si prepara a chiudere un semestre all’insegna della crescita, confermando un trend in atto da tempo e sostenuto da uno scenario decisamente positivo. La domanda nel business di riferimento è crescente e si profilano nuove opportunità.

La società vicentina dovrebbe così centrare le attese del mercato, mentre sono già scattati gli investimenti per adeguare la capacità produttiva. Il tutto grazie alle risorse derivanti dal processo di quotazione, che ha permesso all’azienda di approdare all’AIM il 26 giugno scorso dopo un collocamento di successo che ha generato una raccolta di 5,2 milioni.

Investimenti funzionali alle priorità strategiche indicate da Gino Bucciol, Direttore Sviluppo Business di Officina Stellare: “accelerare lo sviluppo della divisione Spazio, affermarsi nell’emergente business della Laser Communication e rafforzarsi nell’ambito della Difesa”.

In sostanza, aggiunge Bucciol, “vogliamo puntare sullo sviluppo dei sistemi ottici, business che presenta promettenti prospettive di crescita e di applicazione”.

Una strategia che verrà realizzata attraverso “acquisto di nuovi macchinari, allargamento delle superfici disponibili, e nuove risorse umane. In sostanza più spazio, più macchine, più persone” ha evidenziato Giovanni Dal Lago, Amministratore Delegato. Il tutto per “aumentare la capacità salvaguardando l’eccellenza, supportata da un’intensa attività di R&S, che assorbe stabilmente oltre il 10% del fatturato complessivo”.

Scenario apprezzato dal mercato, che ha impresso al titolo una performance brillante con un guadagno di oltre il 35% dall’approdo in Borsa.

È opportuno ricordare al riguardo che Banca Finnat nel suo studio prevede per il quinquennio 2018-2023 una crescita media annua del valore della produzione del 41,6% con target al 2023 di 28,4 milioni. Significativo anche lo sviluppo atteso nei margini reddituali con l’Ebitda che dovrebbe crescere ad un tasso medio annuo del 56,7% per superare i 10,5 milioni nel 2023, con una redditività superiore al 35 per cento.

Gino Bucciol, Direttore Sviluppo Business di Officina Stellare, illustra le priorità strategiche

“Proseguire lo sviluppo della divisione Spazio, ove è in atto l’esplosione della New Space Economy; affermarsi nell’emergente business della Laser Communication; rafforzarsi nel settore della Difesa”.

Gino Bucciol, Direttore Sviluppo Business di Officina Stellare

Sono queste, ricorda Gino Bucciol, Direttore Sviluppo Business di Officina Stellare, “le priorità strategiche a cui stiamo lavorando e che presuppongono innanzitutto una crescita interna dell’azienda, cui saranno destinati i quasi 5,2 milioni di raccolta derivante dall’Ipo”.

Al momento infatti “non prevediamo acquisizioni di società, focalizzando la nostra strategia sullo sviluppo organico e portando avanti un’intensa attività di ricerca, in cui investiamo stabilmente oltre il 10% del fatturato”.

Il tutto in uno scenario dalle promettenti prospettive di sviluppo e in cui “ci sono pochi concorrenti diretti, dal momento che una delle nostre unicità più importanti è la presenza all’interno di un’unica azienda dell’intera catena del valore”.

Creare la prima Space Factory Italiana

“La nostra priorità rimane focalizzata nella divisione Spazio, con l’esplosione delle attività di osservazione della terra dall’orbita e con tutto ciò che questo nuovo mondo porterà con sé” dichiara il CBDO. La società conferma infatti il proprio obiettivo di creare la prima Space Factory Italiana e, per farlo, intende sfruttare il vantaggio competitivo che si è progressivamente costruita negli anni.

“La particolarità di Officina Stellare – prosegue Bucciol – risiede nell’avere al proprio interno quasi tutta la catena del valore, con la capacità di offrire ai consumatori finali tutte le capabilities che vanno dalla progettazione dei dispositivi, alla produzione dei componenti, all’integrazione e assemblaggio di questi fino alla prova e alla consegna del prodotto finale”.

Le potenzialità offerte da questo settore non si esauriscono però qui, dal momento che, sempre in ambito Space, “un’ulteriore opportunità è rappresentata dal fenomeno della Space Situational Awareness (SSA). Tutti questi satelliti che noi aiuteremo, assieme ad altre aziende, a mettere in orbita faranno si che questa si congestioni, determinando un pericolo di collisione tra asset orbitanti dal valore molto elevato, come per altro confermato proprio in questi giorni dall’”incidente” evitato tra il satellite Aeolus dell’ESA e quello della costellazione Starlink di SpaceX”.

Si prospetta dunque una crescita nelle attività di monitoraggio della congestione dell’orbita spaziale e “lo strumento con il quale si andrà a effettuare questo genere di controllo è ancora una volta un telescopio ottico. Si tratta quindi di un’altra occasione per utilizzare le tecnologie e le capacità che abbiamo sviluppato in un settore interessato da una forte crescita prospettica”.

Affermarsi nella Laser Communication

“Oltre all’operato nella divisione Space, la nostra attenzione sarà concentrata sulla Laser Communication. Parliamo ancora di hardware, stavolta non solo spaziale ma anche installato a terra, che consentirà di realizzare la nuova generazione di infrastrutture di trasporto delle telecomunicazioni” ha affermato il CBDO di Officina Stellare.

A differenza dell’attuale tecnologia fondata sulla radiofrequenza, la trasmissione di informazioni avverrà in futuro tramite link realizzati mediante l’emissione e la ricezione di luce laser modulata e per farlo saranno impiegati sistemi ottici.

“È un mercato che ancora non è nella fase della maturità ma che si sta sviluppando rapidamente” sottolinea Bucciol, aggiungendo che “abbiamo già acquisito i primi ordini e stiamo consegnando i primi prototipi per questa applicazione, elemento che in buona sostanza ci consente di essere in anticipo rispetto alla concorrenza”.

I primi riflessi di questo business sui conti dovrebbero cominciare a manifestarsi presumibilmente a partire dal 2021-2022, “anche se in realtà abbiamo già ottenuto una nuova commessa che impatterà sui risultati del 2020”.

Ampliare la quota di mercato nel settore Difesa

Esiste poi tutto un mercato legato alle applicazioni della Difesa e della Sicurezza nel quale Officina Stellare sta operando ponendosi l’obiettivo di incrementare la propria quota di mercato.

“Dopo aver conseguito tutte le certificazioni necessarie” ha dichiarato Bucciol “intendiamo ora sfruttare le conoscenze di cui disponiamo nell’ambito della progettazione e della realizzazione dei sistemi ottici. Il settore della Difesa è un campo applicativo particolare, una nicchia più ristretta non tanto in termini di valore quanto piuttosto in termini di operatori presenti”.

“È un mercato molto vasto dalle numerose applicazioni, tra cui rientra il video tracking”. A titolo esemplificativo si pensiallaproblematica dell’interferenza di droni con la gestione degli spazi aerei, per ovviare alla quale, “gli aeroporti si stanno progressivamente dotando di sistemi di tracciamento e di abbattimento di questi droni fondati ancora una volta su sistemi ottici”.

Iniziative che potranno essere soddisfatte grazie ai “rilevanti investimenti che ci apprestiamo a realizzare, tramite acquisto di nuovi macchinari, allargamento delle superfici disponibili e nuove risorse umane. In sostanza più spazio, più macchine, più persone finanziati grazie alle risorse raccolte in sede di Ipo” ha evidenziato Gino Bucciol, direttore dello sviluppo del business.

Lo scenario dei prossimi 18-24 mesi si profila decisamente positivo

Ad oggi, i sistemi ottici applicati alla divisione Space, Laser Communication e Difesa, rappresentano circa il 60% del fatturato complessivo, mentre la restante quota del business è data dal mercato della ricerca e dell’astronomia più classica.

Giovanni Dal Lago, CEO di Officina Stellare

Quest’ultimo “è il mondo dal quale proveniamo, che ci ha contraddistinto nel passato e che continuiamo a servire – ha affermato Dal Lago, CEO di Officina Stellare – ma che dal punto di vista dei numeri ci aspettiamo riduca la propria incidenza rispetto alle altre tre forze”.

Tra le tre divisioni, “il mercato dei payload spaziali sembra essere sulla carta quello più remunerativo. Stiamo assistendo all’esplosione della New Space Economy e intendiamo cavalcare quest’onda attraverso il know-how acquisito in quest’ambito e da cui ora ci attendiamo risultati significativi”.

Al tempo stesso, sebbene la divisione Space presenti prodotti tecnologicamente più avanzati e dal maggiore valore aggiunto rispetto a quelli della comunicazione, “è ragionevole attendersi che la comunicazione laser mostri una diffusione più ampia, consentendo di bilanciare il valore aggiunto più basso dei prodotti con volumi più elevati”.

In ogni caso i competitor diretti sono pochi, alla luce del fatto che, come sottolinea il CEO, “una delle nostre unicità più importanti consiste proprio nella copertura quasi integrale della catena del valore, che al mondo in ambito aerospaziale non ha quasi nessuno”.

L’andamento del primo semestre 2019

Dopo il forte aumento del valore della produzione registrato nel 2018 (+80% circa a/a), “avevamo presentato un piano industriale ambizioso per il 2019 e per il 2020, alla luce di un portafoglio ordini elevato che eccedeva la capacità produttiva dell’azienda” commenta Dal Lago.

La società diffonderà il prossimo 27 settembre i risultati del primo semestre 2019, che dovrebbero dunque sostanzialmente confermare le previsioni da piano industriale e preludere a una chiusura dell’intero esercizio in linea con le attese.

“Allo stesso modo siamo in linea anche con le previsioni sul versante della ricerca e sviluppo, le cui spese rappresentano gran parte dei nostri sforzi dal momento che operiamo in un settore ad alta tecnologia” sottolinea il direttore allo sviluppo del business.

Nel 2018, infatti, l’ammontare degli investimenti in R&S certificata è stato di 0,52 milioni, pari a oltre il 10% del fatturato complessivo di 5 milioni, percentuale che dovrebbe essere confermata anche nel 2019.

Outlook 2019-2023

Strategie che dovrebbero garantire il proseguimento del trend di crescita anche nei prossimi anni. Nel suo studio diffuso in data 24 giugno, Banca Finnat sottolinea come Officina Stellare sia una delle prime società al mondo ad aver saputo prevedere il cambio di paradigma nel settore aerospaziale, rendendosi parte attiva nel processo di “democratizzazione” dello spazio.

Si tratta inoltre di una delle poche aziende al mondo con la disponibilità interamente “in house” di tutte le capacità e le conoscenze necessarie, alla luce di cui Banca Finnat stima una crescita media annua dei ricavi del 41,6% con target al 2023 di 28,4 milioni.

Significativo anche lo sviluppo atteso dei margini reddituali, con l’Ebitda previsto in crescita a un tasso medio annuo del 56,7% a superare i 10,5 milioni nel 2023, con una redditività che salirà al di sopra del 35 per cento.

Margini che dovrebbero portare la società a chiudere gli esercizi 2019-2023 con un utile netto in crescita a un tasso medio annuo del 71,8%, passando dagli 0,4 milioni del 2018 a 6,4 milioni nel 2023.

Dal lato patrimoniale, si prevede che la posizione finanziaria netta passi dal debito di 2 milioni di fine dicembre 2018 alla liquidità di oltre 20 milioni al 2023.

Borsa

Dalla data di prima quotazione, lo scorso 26 giugno, il titolo Officina Stellare ha mostrato una performance brillante guadagnando oltre il 35%, rispetto al -10% circa del Ftse Italia Aim. Alla chiusura di venerdì, le azioni Officina Stellare si attestano in area 8,30 euro, rispetto al prezzo di collocamento pari a 6 euro (massimo della forchetta in sede di pre-ipo).

Una performance che riflette l’apprezzamento mostrato dagli investitori nei confronti del titolo, accolto all’esordio con un rialzo superiore al 50 per cento.

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