ll Cda del tour operator ha approvato i risultati relativi al terzo trimestre 2018/19, chiusosi alla fine dello scorso mese di luglio.
Nel periodo in esame i ricavi consolidati sono aumentati del 5,1% a 37 milioni.
Le vendite relative alle strutture di proprietà sono diminuite di circa il 6% a 26,1 milioni, da imputarsi alle strutture estive italiane.
I villaggi commercializzati ha realizzato un fatturato pari a 3,4 milioni, con un incremento del 14 per cento, dinamica riconducibile alle scelte commerciali della società relative a nuove destinazioni dell’Oceano Indiano.
Il settore Tour Operator ha più che raddoppiato il fatturato (+69%) a 7,6 milioni, ripartito tra le destinazioni Oriente (32,4%), America e Canada (47,6%) Africa e Sud Africa (12,6%) e Australia (7,4%).
A livello di margini operativi, l’Ebitda ha registrato un deficit di 2,5 milioni, a fronte di un valore positivo di 1 milione al 31 luglio 2018, mentre l’Ebit è stato negativo per 5,4 milioni (-1,83 milioni dello stesso periodo del 2018).
Un andamento che ha scontato principalmente manutenzioni straordinarie sostenute nel periodo, costi per il personale incrementati e maggiori costi relativi al trasporto aereo
charter. L’incremento dei costi è stato parzialmente assorbito dalle maggiori vendite, che nel settore commercializzato e Tour Operator sono caratterizzate da una minore marginalità, rispetto ai villaggi di proprietà.
Il periodo in esame ha registrato una perdita ante imposte di 5,4 milioni, in crescita rispetto ai precedenti 2 milioni.
Dal lato patrimoniale la liquidità netta del gruppo si attesta a 23,6 milioni, in aumento di 7,3 milioni dai 16,2 milioni di fine aprile 2019.